A Fieragricola si parla della nuova Pac

Ieri mattina ha aperto i battenti la 111ª edizione di Fieragricola. «Con oltre 1.000 espositori, 9 padiglioni, oltre 90 convegni per la formazione e l’informazione del settore, una trasversalità che parte dalla meccanica agricola e arriva alla zootecnia passando per la multifunzione, le energie rinnovabili e che coinvolge agricoltori, allevatori, contoterzisti, e con 115 anni di storia, Fieragricola rappresenta un polo internazionale per il dibattito su un comparto che, dalla terra alla tavola, vale 250 miliardi, ai quali devono aggiungersi gli 8 miliardi circa della meccanica agricola» ha commentato il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, in occasione del convegno inaugurale.

In cantiere ci sono le sinergie con l’imminente Expo 2015: «È indubbio che sul tema agricolo Verona ha un ruolo assolutamente primario – ha dichiarato il sottosegretario alle Politiche agricole con delega all’Expo, Maurizio Martina – . Come ci siamo già detti mesi fa, Vinitaly sarà protagonista di un pezzo importante dell’Esposizione Universale di Milano, perché se vogliamo rappresentare fino in fondo l’Italia su quel tema, Vinitaly ha da offrire un punto di vista straordinario all’Italia e al mondo».

Restando a Fieragricola, il centro del dibattito della prima giornata di lavori è stato la nuova politica agricola comunitaria, per cui rimangono alcuni nodi da risolvere entro il prossimo luglio. Come la figura dell’agricoltore attivo, il soggetto cioè che potrà avere accesso ai contributi Pac.

Una scelta che avrà ripercussioni tutt’altro che secondarie e che altri Paesi hanno già preso. «La Spagna ha chiuso la partita della Pac escludendo le domande al di sotto dei 300 euro – ha dichiarato il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro -. Se lo facessimo anche in Italia sarebbero circa 400mila fascicoli all’anno in meno». Meno burocrazia, dunque, come opportunità. Si tratta di una scelta coraggiosa. Facciamola». La flessibilità che la Politica agricola concede agli Stati membri, ha aggiunto Francesco Marangon, presidente della Società italiana di economia agraria, «indubbiamente è un’opportunità per rafforzare la competitività del sistema agroalimentare, creando dei network fra imprese e di filiera in grado di rilanciare ulteriormente l’export italiano nel mondo».

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