Imprenditrici agricole, serve una legge quadro a sostegno

La richiesta da Donne in Campo-Cia e Confagricoltura Donna. In Italia sono 200 mila

Pina Terenzi, presidente Donne in Campo-Cia
Pina Terenzi (Donne in Campo-Cia)

Donne in agricoltura sempre più protagoniste ma non basta. Donne in Campo-Cia e Confagricoltura Donna chiedono con urgenza una legge quadro per l’imprenditoria femminile in agricoltura, che preveda la costituzione di un Ufficio permanente presso il ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, e un Osservatorio ad hoc.

Un’azienda agricola su tre è guidata da una donna

Alessandra Oddi Baglioni (Confagricoltura Donna)
Alessandra Oddi Baglioni

Le presidenti delle due Associazioni datoriali, Pina Terenzi (Donne in Campo-Cia) e Alessandra Oddi Baglioni (Confagricoltura Donna), rilevano la carenza di politiche nazionali a favore dell’imprenditoria e del lavoro femminili in agricoltura. E citano a paragone la positiva legge a supporto dell’imprenditoria giovanile in agricoltura (Legge n.36 del 15 marzo 2024).

In 10 anni le donne a capo di aziende agricole sono passate da 1 su 4 nel 2000 a 1 su 3. Secondo l’Ocse, riducendo il divario di genere nell’accesso alle risorse produttive, la produzione delle imprese agricole femminili aumenterebbe del 20-30%” ha sottolineato Baglioni.

 “Le oltre 200mila imprenditrici agricole italiane sono in prima linea per difendere il settore quale asset strategico del Paese” ha rimarcato Terenzi.

I dati

Il 31,5% delle imprese agricole è a trazione femminile (la media europea arriva al 29%). La Regione con il maggior numero di imprese agricole femminili è la Sicilia, seguita da Puglia e Campania.  All’interno del segmento spiccano gli agriturismi e le fattorie didattiche, le aziende biologiche; le aziende floricole sfiorano il 50%.

 

 

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