Con Connect l’Op Terra Orti testa un nuovo modello di cooperazione

Il progetto biennale getta un ponte tra agricoltura intensiva della Piana del Sele e quella urbana coinvolgendo università, ricerca e aziende. Focus su prodotti salutistici del territorio, come Cavolfiore Igp, Carciofo Igp e pomodori

Emilio Ferrara, direttore Organizzazione produttori Terra Orti
Emilio Ferrara, direttore Op Terra Orti

Un food hub innovativo che permetta la cooperazione tra l’agricoltura intensiva e moderna della Piana del Sele e l’agricoltura urbana dell’area metropolitana di Napoli in modo che possa fruire di innovazioni tecniche e organizzative. Vuole essere questo il progetto Connect di cui è capofila la Op Terra Orti di Salerno.

Gli attori

Il Gruppo del progetto Connect
Il Gruppo Connect

Finanziato con fondi del Psr Campania 2014-2020, è implementato da un Gruppo Operativo nel quale sono coinvolti anche il Dipartimento di Agraria (Università di Napoli Federico II), la Fondazione Simone Cesaretti, il Parco Urbano delle colline di Napoli, il Consorzio Gì.emme, Psr Innovazione e tre aziende agricole.  “Il ruolo di Terra Orti -dichiara il direttore Emilio Ferrara– è quello di enabler, ossia un facilitatore di processo che, utilizzando le proprie conoscenze e struttura organizzativa, crea un sistema più ampio e inclusivo. Per i cittadini questo significa avere un paniere più ampio e con elevato valore salutistico. Per Terra Orti significa avere un’offerta molto più caratterizzata nella distribuzione locale al cittadino, oltre a promuovere attività innovative nell’ambito della propria politica di social responsibility”.

Gli obiettivi

Il sistema integrato unisce imprese agricole, istituzioni di ricerca, enti locali e organizzazioni di consulenza, con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigenze del mercato,  offrendo alla popolazione urbana un paniere di prodotti locali caratterizzati da un forte legame con il territorio e da elevate proprietà nutrizionali e salutistiche. I prodotti del progetto saranno sia materiali, Cavolfiore Igp, Carciofo Igp Pomodori e olio evo, quelli selezionati, sia immateriali.

Tra le principali azioni del progetto, che durerà 24 mesi, la raccolta e l’analisi dei dati delle aziende agricole nell’area di Napoli, lo sviluppo di un inventario delle pratiche innovative in agricoltura urbana e sessioni di coaching per le aziende partecipanti. Inoltre saranno elaborate linee guida per le politiche alimentari urbane, organizzate attività di divulgazione attraverso eventi, workshop e un portale web.  Obiettivo del progetto, che ha la direzione scientifica di Teresa Del Giudice, professoressa di Economia agraria, alimentare ed estimo rurale del dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II, è anche quello di educare il consumatore a usare il profilo sensoriale dei prodotti quale elemento di valutazione. L’intento è poi anche di trasferire il modello del food hub come best practice replicabile in altre realtà.

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