La rete dei mercati strategica per l’ortofrutta, ma va superata la frammentazione

Nelle 137 strutture operanti in Italia transita circa il 50% del prodotto, made in Italy e per buona parte anche locale, secondo un report di Ismea presso il network di Italmercati. Il retail secondo cliente

La presentazione dello studio di Ismea con Italmercati al Cnel
La presentazione dello studio di Ismea al Cnel

Quella ortofrutticola è la principale filiera di interesse dei mercati all’ingrosso, visto che circa metà dei flussi di prodotto in Italia transitano da questo canale.  L’origine è prevalentemente nazionale, con una quota rilevante di produzioni locali (provenienti da una distanza massima di 100 km): sono oltre la metà dei prodotti florovivaistici, un terzo degli orticoli e un quinto della frutta. Il dato emerge da un’indagine (I Mercati all’Ingrosso nella Filiera Agroalimentare) condotta da Ismea presso il network di riferimento di Italmercati, partner dell’iniziativa, e presentato al Cnel.

I clienti

La quota più consistente, racconta il report, è rappresentata dai dettaglianti del circuito tradizionale (37%), seguiti dai retailer della distribuzione moderna (18%) e dei mercati rionali (17%). Rilevante anche la partecipazione di intermediari ed esportatori nazionali (11%) ed esteri (7%) e operatori del canale horeca (6%).

I numeri

In Italia operano 137 strutture (numero sei volte superiore a quello di Spagna e Francia) da cui transita circa il 50% dell’offerta ortofrutticola complessiva. Italmercati è costituita da una rete di 22 strutture, distribuite in 14 regioni italiane, quantifica un giro d’affari di 115 milioni di euro, un valore che raggiunge la cifra di 11 miliardi se si considerano anche le attività delle 4000 realtà economiche operative nei mercati.

Logistica

Strategica l’ubicazione delle strutture aderenti a Italmercati: tutte operano nelle immediate vicinanze di uno svincolo autostradale, oltre la metà nei pressi di un aeroporto, il 50% vicino a uno scalo merci ferroviario, quasi un quinto in prossimità di un porto commerciale

Sostenibilità

Il 60% delle strutture ha investito in energie rinnovabili, con l’installazione di impianti in parte finanziati dal Pnrr. La previsione è di arrivare, entro il 2026, a una quota di energia autoprodotta pari a quasi la metà del fabbisogno. La  lotta agli sprechi passa attraverso il recupero di prodotti invenduti, donazioni a enti caritatevoli e vendita diretta ai cittadini.

Evoluzione

Il peso dei vari comparti sui mercati all'ingrosso
Il peso dei vari settori sui mercati all’ingrosso

I mercati all’ingrosso stanno evolvendo verso un modello di hub multifunzionale. La realtà è ancora frammentata, dove alla maggiore densità di strutture rispetto ai partner europei corrisponde un giro d’affari più contenuto. Lo sviluppo futuro deve essere accompagnato da un percorso di aggregazione in strutture più grandi ed efficienti, con evidenti ricadute positive, quali un efficientamento della catena logistica e una minor dispersione degli investimenti, come indicato anche dal ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste.

“I mercati all’ingrosso possono assumere un importante ruolo di stimolo per favorire un processo virtuoso, indirizzato a una più equa ripartizione del valore lungo la filiera e meno penalizzante per le imprese agricole -sottolinea  il direttore generale di Ismea Maria Chiara Zaganelli-. La nostra indagine ha messo in evidenza i fattori di criticità che non consentono di garantire la presenza diretta degli agricoltori nei mercati all’ingrosso. Rispetto a questa esigenza i mercati potrebbero fornire servizi di supporto e di facilitazione ai piccoli produttori, anche con una diversa programmazione degli orari di apertura”.

“La frammentazione del settore dei mercati all’ingrosso in Italia ha portato molte di queste strutture a perdere rilevanza e strategicità per il Paese -rileva il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini-. La rete di Italmercati nasce proprio dalla sentita esigenza di porre rimedio a tale frammentazione: la nostra proposta cerca di individuare un numero, magari ridotto, di Mercati strategici che garantiscano un sistema più efficace ed efficiente, non tralasciando i principali requisiti alla base di queste strutture e garantendo ai consumatori servizi di tracciabilità e sicurezza alimentare”.

La proposta

Più in dettaglio la proposta illustrata da Pallottini, pronta a essere e condivisa con le Istituzioni e in particolar modo con il Masaf, presenta i seguenti punti: creare un network con cui condividere le politiche di settore a livello regionale e nazionale che possa accedere a linee di finanziamento; rafforzare il ruolo dei Mercati come operatori della filiera, aumentando coinvolgimento e integrazione nel sistema della grande distribuzione organizzata e la loro collaborazione con le Organizzazioni di produttori; aprire un tavolo di lavoro sulla logistica.

La tavola rotonda

Durante l’evento, che ha visto i saluti del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, e del presidente del Cnel, Renato Brunetta, si è svolta  una tavola rotonda  (Riforma dei Mercati e ruolo nella nuova Pac), dove si sono confrontati alcuni dei protagonisti della filiera agroalimentare: Paolo De Castro, europarlamentare; Valentino Di Pisa, presidente Fedagromercati; Cristiano Fini, presidente Cia-Agricoltori Italiani; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Ettore Prandini, presidente Coldiretti; Paolo Cetorelli, presidente Esd Italia.  È  intervenuto anche il presidente dell’Ice Matteo Zoppas, mentre le conclusioni sono state affidate al Capo di Gabinetto del ministero dell’agricoltura Raffaele Borriello.

 

 

 

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome