Riflettori mondiali sul settore peschicolo a Macfrut: nella giornata di apertura della Fiera (9 maggio) dedicata all’ortofrutta ne parla il convegno promosso dal Cso insieme a Macfrut. A confronto esperti del settore dei grandi paesi produttori europei, in primis Italia, Spagna e Grecia.
Il convegno sarà anche un momento di confronto insieme ad alcuni paesi emergenti del bacino del Mediterraneo, alla presenza anche della grande distribuzione europea. Nell’occasione saranno presentate le previsioni di produzione europee per il 2018.
La produzione italiana sotto la media negli ultimi 4 anni
Non è casuale un convegno di questa caratura nella kermesse di Macfrut. Le pesche e le nettarine, infatti, rappresentano per l’Italia uno dei principali prodotti frutticoli, e con una produzione attorno a 1 milione e 360mila tonnellate il nostro Paese si gioca il primato europeo con la Spagna.
Secondo i dati del Cso, le pesche da consumo fresco con circa 590mila tonnellate, hanno registrato un +10% sul 2016, le percoche con quasi 85mila tonnellate, sono salite del 24%, mentre le nettarine si attestano con poco meno di 690mila sul +5% rispetto all’anno scorso.
In ogni caso l’offerta italiana di pesche e nettarine, nonostante l’aumento rispetto all’anno precedente, si è posizionata sotto il 4% rispetto alla media degli ultimi anni, delineandosi così certamente non eccedentaria.
Produzione in Spagna aumentata del 9% nel 2017
A determinare il quadro negativo per l’Italia è la situazione al di fuori dei confini nazionali. Nel 2017 la produzione in Spagna è salita del 9% rispetto all’anno precedente, mentre la Francia si attestata sul +3%. Elevata la variazione percentuale per la Grecia +53% rispetto alle produzioni particolarmente deficitarie del 2016. Nel complesso dei principali paesi europei l’offerta 2017 prevista superava del 16% la disponibilità dell’anno precedente.
Se si analizzano le produzioni europee dal 2000 ad oggi, soprattutto quelle degli anni caratterizzati da grosse crisi della peschicoltura come il biennio 2004-2005, ci accorgiamo che la produzione europea di pesche, percoche e nettarine si era avvicinata ai 4 milioni di tonnellate.
Il record dell’offerta europea
Successivamente l’offerta europea si è aggirata mediamente sui 3,6 milioni di tonnellate, con punte di minimo sui 3,4 milioni di tonnellate, come il 2016. Nel 2017, per la prima volta dal 2007, sono state toccate quota 3,9 milioni di tonnellate, con le pesche e le nettarine, escluse le percoche, pari a 3 milioni di tonnellate, contro i 2,9 milioni di tonnellate degli anni passati.
In questa crescita, ha giocato un ruolo importante la Spagna, che da un potenziale massimo attorno 1,2 milioni di tonnellate, oggi è in grado di produrre, così come avvenuto quest’anno, 1,5 milioni di tonnellate. Continua infatti la forte ascesa soprattutto delle pesche piatte che oggi rappresentano il 50% delle pesche totali spagnole.
Parallelamente l’Italia, a causa degli espianti che si sono avuti negli anni soprattutto nelle regioni del Nord, ha ridimensionato la propria offerta, passando da 1,7 milioni di tonnellate a circa 1,3 milioni di tonnellate.
La crisi peschicola
Questo è il nodo che sta alla base della recente crisi peschicola, che ha interessata tutta l’Europa. Insieme alla crescita della produzione europea che porta a uno squilibrio fra domanda e offerta, negli anni in cui la produzione si avvicina al potenziale, altri fattori parte in causa della crisi di questo mercato: la grande disaggregazione dell’offerta, gli alti costi di produzione, nuovi competitors si affacciano sul mercato, e la concorrenza sul mercato di nuovi prodotti, il protrarsi dell’embargo russo. Ultimo, non meno importante, i problemi congiunturali legati agli andamenti climatici che per un prodotto come le pesche e le nettarine, non adatto alla lunga conservazione, possono inficiare in maniera significativa l’andamento di mercato.
Tutti questi temi saranno oggetto di riflessione nel convegno peschicolo, che vedrà incentrata la discussione sulle tendenze produttive in atto nella campagna 2018. Poter disporre di dati previsionali in anticipo rispetto alla raccolta diventa per questo prodotto indispensabile per poter poi mettere in atto le strategie correttive che eventualmente si andranno a delineare.