Buona la prima e non sarà l’ultima. Ora anche l’uva da tavola italiana, una delle eccellenze dell’ortofrutta tricolore più ricercate e apprezzate sui mercati esteri, ha la sua tanto agognata fiera verticale. Si è conclusa infatti con un sostanziale successo l’edizione zero di Luv, la rassegna dedicata all’uva da tavola che si è svolta alla Fiera del Levante di Bari dal 22 al 24 ottobre 2024: certo esistono ancora ulteriori, ampi margini di crescita che certamente saranno sfruttati in avvenire, ma da subito l’iniziativa ha raccolto un considerevole favore tra goi addetti ai lavori. A dimostrarlo gli oltre 6mila visitatori che durante la tre giorni hanno frequentato gli stand dei circa 200 espositori presenti, presenziato alle tavole rotonde in programma e partecipato alle visite in campo nelle limitrofe zone di produzione.
Nasce Terre d’Uva, la rete dei comuni pugliesi
Tra le novità del settore sicuramente la presentazione nell’ultima giornata di Terre dell’Uva, la prima rete tra i comuni pugliesi dell’uva da tavola, fondamentale per il rafforzamento dell’intero comparto e per il consolidamento dei rapporti fra zone di produzione e gdo. Nello stesso contesto è stata anche preannunciata la terza edizione di Regina di Puglia, l’evento promosso dal Comune di Noicàttaro che si svolgerà dal 20 al 23 luglio 2025 con l’obiettivo di promuovere tutti i comuni della Rete guardando anche ai mercati esteri.
Un occhio di riguardo all’export
E l’export è stato uno dei temi portanti della rassegna, grazie anche alla presenza del cileno Oscar Salgado, uno dei massimi esperti dello scenario globale del mercato dell’uva da tavola. “Puglia e Sicilia –ha dichiarato Giacomo Suglia, presidente di Apeo e vicepresidente nazionale di Fruitimprese– da sole rappresentano la locomotiva della produzione italiana di uva da tavola e sono tra le principali zone produttive a livello europeo. Questo ci mette in una posizione di forza ma per conquistare i mercati esteri più importanti serve concentrarsi sempre di più sulla qualità anziché sulla quantità. La ricerca varietale ci ha consentito di penetrare a fondo e di mettere radici in mercati importanti come quello britannico e quello tedesco, dove le uve seedless hanno incontrato grande successo, ma ci sono altri mercati dove per esempio le nostre varietà tradizionali potrebbero avere un ottimo riscontro. Bassa acidità ed elevato grado Brix rimangono la narrazione giusta per la nostra uva da tavola”.
Innovazione varietale e logistica tra i temi portanti
Spazio importante ha avuto anche la ricerca varietale, grazie alla partecipazione della Commissione Uva da Tavola e al contributo fornito dai principali breeders italiani, mentre il comparto della logistica ha puntato sulla valorizzazione come hub cargo dell’aeroporto di Taranto-Grottaglie e la partnership con SGMarketing, con il suo report che ha coinvolto 800 tra acquirenti e responsabili acquisti, ha permesso di gettare una luce interessante sulle tendenze dei consumatori e sul rapporto fra gdo e mondo produttivo.
La prossima edizione? Ancora più internazionale
E già si parla di una prossima edizione ulteriormente ampliata, con una maggiore internazionalizzazione e una maggiore partecipazione di buyers stranieri. L’obiettivo è fare diventare Luv un momento di incontro biennale che possa raccogliere sempre più stakeholder provenienti anche dall’estero. “Sono davvero orgoglioso della riuscita di questa iniziativa – ha dichiarato Mirko Sgaramella, project manager di Luv – quando era solo un’idea, non avrei mai immaginato tutto questo. Gli incontri, la gente che ha creduto nel progetto, gli esperti giunti da tutto il mondo per offrire il proprio contributo, ma anche la fitta rete di collaborazione che si è creata confermano quanto sia fondamentale lavorare in sinergia per favorire la crescita di un comparto, come quello dell’uva da tavola, che rappresenta un’eccellenza del nostro territorio. L’appuntamento è per il 2026 con una nuova edizione che speriamo possa superare questo già grandissimo traguardo”.