Allo scorso Fruit Logistica abbiamo incontrato Thierry Mellenotte, general manager di Pink Lady, uno dei pochi brand multinazionali che ha trasformato in successo il club di una mela, con investimenti mirati in comunicazione che, nel corso degli anni, hanno saputo creare un posizionamento forte e distintivo nel mondo delle mele, affollato da numerose varietà che spesso disorientano il consumatore.
Dal coltivatore al consumatore, i programmi di responsabilità sociale di Pink Lady
Si parte dai progetti di responsabilità sociale, introdotti prima nei frutteti e poi portati con eventi in-store anche nei negozi per farli conoscere al consumatore, ma soprattutto ci tiene a sottolineare Mellenotte “quello che vogliamo far emergere è la trasparenza del nostro brand, perché pensiamo che nel futuro avranno successo solo i brand sinceri”.
Tra i progetti più riusciti possiamo citare BeePink che promuove e sensibilizza sulla tutela delle api nei campi, ma anche Adopt a tree, Adotta un albero, oppure seeds of love, Semi d’amore, progetti con cui i consumatori possono vedere le varie fasi dalla fioritura primaverile alla raccolta.
La mela trasformata, il nuovo obiettivo per Pink Lady che passa dalle aziende italiane
Poco spazio dunque ai numeri della stagione, non essendo critica come quella dello scorso anno, e più spazio ai nuovi progetti di trasformazione che vedono coinvolte le aziende italiane. Due sudtirolesi, da tempo partner di Pink Lady, come Vog (sulle cui superfici si coltiva la varietà Cripps Pink, a cui Pink Lady dà il nome commerciale) che ha introdotto le fettine di mela confezionate. Ma anche Mila, che ha messo in gamma uno yogourt Pink Lady.
Infine è stato introdotto un estratto di Pink Lady in Hpp (High Pressure Processing) fatto in collaborazione con Ortoromi, l’azienda veneta, attiva nei prodotti quarta gamma, che con gli estratti di frutta e verdura ha saputo posizionarsi tra i leader del mercato.