Walter Pardatscher è alla direzione di Vog, il Consorzio altoatesino della mela a marchio Marlene. Sull’emergenza Coronavirus traccia un primo bilancio con aspetti in chiaroscuro. Cresce la domanda della gdo ma i consumatori chiedono il prodotto confezionato per questioni igieniche e per una spesa più veloce. Tiene l’export, vista la rete di oltre 60 Paesi dove i prodotti Vog sono distribuiti. Qualche preoccupazione, invece, per i costi in rialzo della logistica, in particolare via mare. E soprattutto per la possibile carenza di manodopera in vista della raccolta estiva.
Come sta andando la campagna?
“Nei primi mesi del 2020 le vendite vanno bene: marzo e aprile sono tradizionalmente i mesi più forti e non possiamo lamentarci. I dati dicono che il Coronavirus non ha portato a una destabilizzazione”.
Che aumento registrate come domanda della gdo?
“Indicativamente tra il 10 e 20%, in particolare nella prima fase. Noi abbiamo lavorato al massimo della nostra capacità di lavorazione, nonostante le difficoltà negli stabilimenti dove non è stato facile per i nostri collaboratori. In particolare abbiamo riscontrato un aumento della domanda di mele confezionate rispetto a quelle sfuse”.
Come si spiega questa scelta del consumatore?
“Ci sono più fattori. Probabilmente in questa fase i consumatori percepiscono il confezionato come un prodotto di maggior igiene. Ma anche più comodo e di maggiore celerità. In più i prodotti di marca come le nostre mele Marlene e i brand forti garantiscono provenienza, qualità e orientamento e dunque danno sicurezza”.
Quali varietà sono oggi in distribuzione e come è il programma fino a fine campagna?
“Siamo a fine campagna della Gala, poi andrà avanti l’offerta fino in estate con le mele Club, come la Pink Lady che terminerà verso maggio, per la quale abbiamo avuto un decumulo costante. Inoltre riscontriamo domanda positiva per le classiche, la Golden, Fuji, Red Delicious, così come per la Kanzi e la Envy”.
Ci sono problemi di distribuzione o logistici?
“Per il Covid-19 abbiamo avuto qualche giorno problematico con l’estero, ma poi le cose si sono risolte, anche se con un grado di difficoltà maggiore del solito. La logistica sta funzionando con alti e bassi e tendenzialmente con un costo aumentato. In particolare è aumentato per il trasporto su acqua, non tanto su gomma, anche se la questione cambia di giorno in giorno”.
L’export ha subito contraccolpi?
“In generale non abbiamo avuti cali. Come Vog vendiamo in oltre 60 Paesi diversi: questa rete così ampia ci ha permesso di avere una compensazione tra i vari mercati”.
Quali accorgimenti di sicurezza sono stati presi nelle campagne e negli stabilimenti?
“Nelle campagne inizia la nuova stagione. Le nostre aziende sono familiari e non ci sono ripercussioni sulla manodopera, per ora. Da giugno, con il diradamento e poi la raccolta, invece, è indispensabile quella estera. Per quel periodo allora c’è timore, ma anche speranza che il problema sarà risolto. Nelle sale di lavorazione abbiamo avuto tensioni e paure non da poco. Ma abbiamo subito reagito: ci muoviamo anche su mercati del Sud-est asiatico e da lì abbiamo avuto pre-segnali. Abbiamo adottato accorgimenti per la sicurezza, mascherine, separatori, lavaggio costante delle mani. L’igiene ha sempre avuto importanza elevata negli stabilimenti e siamo già allenati. Le 12 cooperative hanno continuato a lavorare senza problemi sanitari”.
Quali sono i maggiori problemi per l’emergenza Coronavirus in vista dell’estate?
“Garantire la manodopera straniera durante la raccolta: lì potrebbero esserci dei problemi. Sul lato aziendale abbiamo dato prova che le cose possono funzionare. Per i mercati, difficile fare previsioni: servirà molta flessibilità. Noi continueremo ad averla”.