Cresce il mercato della frutta secca. Ma l’offerta fatica a tenere il passo della domanda. Di qui la necessità di implementare moderne tecniche che migliorino i processi non solo di coltivazione ma anche di lavorazione post-raccolta per un prodotto finale di qualità. La tecnologia di selezione ottica delle macchine Tomra Food consente, per esempio, di massimizzare la resa, riducendo gli sprechi.
Nimbus Bsi individua difetti finora difficilmente rilevabili come il “raggrinzito” e il “cimiciato”
L’impresa, la cui sede italiana è a Parma, è specializzata nella progettazione e produzione di macchine selezionatrici a sensori e soluzioni integrate post-raccolta per l’industria alimentare, con circa 8 mila unità installate in tutto il mondo. Nimbus Bsi di Tomra Food, è in particolare, la selezione ottica perfetta per le nocciole e la frutta secca.
“Con un’offerta insufficiente per la domanda, le nuove tecnologie sono decisive per aumentare la resa, diminuire gli scarti e avere un prodotto finale perfetto – spiega Gianluca Coloretti, area sales manager di Tomra Food -: permette di eliminare difetti e corpi estranei in modo rapido ed efficiente”.
Le aziende stanno chiedendo macchine che non solo garantiscano la qualità ma anche la sicurezza alimentare. “Un cliente aveva bisogno di una macchina che potesse rimuovere in modo sicuro i corpi estranei dalle nocciole sgusciate prima del confezionamento – racconta Coloretti –. Il modello Nimbus Bsi garantisce la massima efficacia nella rimozione dei gusci. La tecnologia Bsi consente, inoltre, di individuare efficacemente difetti finora difficilmente rilevabili come il ‘raggrinzito’ e il ‘cimiciato’, producendo una quantità bassissima di falsi scarti”.
Nocciola, un mercato dominato dalla Turchia, ma sul prodotto servono controlli. Italia seconda
La Turchia produce da sola il 70% delle nocciole di tutto il mondo. Ma non sempre il prodotto dà garanzie, per esempio in termini di aflatossine. La produzione italiana segue al secondo posto con 100 mila tonnellate l’anno e una superficie coltivata di circa 75 mila ettari divisi per lo più tra Piemonte, Campania, Lazio, Sicilia e Sardegna. “Lo stesso modello si è rivelato perfetto anche per diverse aziende di lavorazione di mandorle e pistacchi”.