Sono state selezionate le 8 start up che parteciperanno alla prima edizione dell’acceleratore Terra Next, il programma di accelerazione per start up e pmi innovative operanti nel settore della bioeconomia.
Numerosi partner
Frutto dell’iniziativa di Cdp Venture Capital, Terra Next (parte della rete nazionale acceleratori Cdp), il programma vede la partecipazione di Intesa Sanpaolo Innovation Center in qualità di co-ideatore e promotore e il supporto di Cariplo Factory che gestisce operativamente il programma.
Terra Next coinvolge i corporate partner Pastificio Garofalo (core partner), Gruppo Getra e Gruppo Nestlé (partner), Novamont (tech partner), Aristea, Nolanplastica, Selepack, e Tecno (member). Prevede poi il coinvolgimento di partner istituzionali e scientifici, quali Fondazione con il Sud, Università Federico II di Napoli, Campania Digital Innovation Hub, Cluster italiano della bioeconomia circolare Spring, centro di innovazione deep tech Materias, centro studi Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno) e Materia Rinnovabile, content partner dell’acceleratore.
Il percorso di accelerazione
Le 8 start up accederanno al programma di accelerazione, in partenza questa settimana: il percorso è di 3 mesi con base a Napoli, presso il Campus di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II. Ciascuna beneficerà di un investimento iniziale da 93.750 euro e i migliori team avranno accesso a ulteriori investimenti per circa 1 milione di euro, già stanziati dai promotori dell’iniziativa.
La griglia dei selezionati è l’esito di un percorso di screening di 126 candidature, di cui 105 dall’Italia (83%) e 21 provenienti dall’estero (17%). La bioeconomia è un’eccellenza del made in Italy, con un valore della produzione di 317 miliardi di euro in Italia nel 2020 (dati del settimo rapporto sulla bioeconomia).
Le proposte
Le start up selezionate hanno ideato soluzioni per l’agricoltura rigenerativa, processi di biodegradazione, integrazione alimentare e cosmesi, nutraceutica, produzione di bioplastiche degradabili e vernici naturali.
Dnd Biotech. Ha messo a punto un sistema capace di studiare e accelerare i processi di biodegradazione dei contaminanti organici. Ora si sta focalizzando sulla degradazione di pesticidi e contaminanti emergenti (Pfas e Fans).
Exo Lab Italia. Utilizza nanovescicole vegetali (PDNVs) da frutta, vegetali e piante officinali provenienti da agricoltura bio. I PDNVs sono dei nano-shuttle che possono anche essere caricati con composti bioattivi e farmaci.
FitNEes. È una piattaforma nanotecnologica proprietaria che realizza particelle d’olio di dimensioni nanometriche disperse in acqua (dette nanosomi), dentro cui incapsula principi attivi liposolubili.
Galatea Biotech. L’obiettivo è la produzione di bioplastiche in pla (acido polilattico), nonché di altre bioplastiche.
Iodo. Possiede una tecnologia in grado di produrre “drug carriers” ad alto contenuto tecnologico tramite Co2 super critica. L’obiettivo è di fornire l’incapsulamento di principi attivi in carriers con caratteristiche innovative,
Relicta. Ha sviluppato una bioplastica idrosolubile ottenuta dagli scarti di lavorazione industriale delle aziende ittiche. L’idrosolubilità permette di smaltire il materiale autonomamente. La bioplastica si dissolve in pochi minuti in acqua calda e si solubilizza in 20 giorni in acqua marina.
Sestre. Sviluppa integratori nutraceutici a base di estratti della dieta mediterranea in grado di contrastare problematiche di natura ormonale che compromettono la fertilità femminile.
Tomapaint. Produce una resina naturale derivata dagli scarti agroindustriali del pomodoro (principalmente bucce), estraendo una sostanza detta cutina. Può essere utilizzata come ingrediente principale per la formulazione di vernici per l’imballaggio metallico.