In emergenza Coronavirus, i consumatori cercano prodotti con vitamina C e antiossidanti per rafforzare il sistema immunitario. Per le arance, in particolare la varietà Tarocco, c’è grande richiesta di mercato, tanto che sono state segnalate difficoltà a reperirle. Salvo Laudani, marketing manager di Oranfrizer, azienda catanese specializzata nella produzione di arancia rossa, conferma il boom.
Com’è la situazione per Oranfrizer? Di quanto è aumentata la richiesta della gdo?
“Non possiamo che confermare il forte incremento della domanda di arancia Tarocco. Dal 10 al 29 marzo abbiamo inviato poco più di 200 bilici; confrontando i carichi in partenza con pari periodo 2019, si tratta del 300% in più! I consumatori hanno premiato l’acquisto di arance, e noi siamo stati capaci di reggere un incremento così straordinario. Grazie a un’eccellente organizzazione aziendale e al sacrificio delle nostre maestranze, che meritano un plauso, perché non si sono mai fermate”.
Fino a quando riuscirete a garantire l’invio dell’arancia rossa e poi di quella bionda?
“Con la rossa arriveremo fino al 30 aprile. Mentre forniremo arancia bionda fino a tutto maggio. Si tenga conto che per molti operatori la campagna dell’arancia rossa si è già conclusa”.
Quali varietà al momento vengono raccolte e come sarà la programmazione fino a maggio?
“Stiamo raccogliendo e distribuendo ben 5 cultivar di Tarocco: Gallo, 2062, Sciara, Meli e Sant’Alfio. Valencia Late e Lanelate sono invece i cloni di arancia bionda di cui disporremo fino alla conclusione della campagna”.
Come garantite la sicurezza nella campagne? C’è un problema di reperimento di manodopera?
“Abbiamo attuato misure di distanziamento sociale in campo, impiegando per la raccolta una sola persona per pianta. Nei mezzi collettivi, utilizzati per il trasporto delle maestranze addette alla raccolta dei frutti, abbiamo ridotto i passeggeri da nove a quattro. Chi si muove per lo stesso motivo con auto privata può trasportare soltanto una seconda persona. L’azienda si è accollata tutti i maggiori costi. Non abbiamo avuto carenza di manodopera”.
Avete portato le arance in Cina: come è finita la situazione?
“Riguardo alla Cina, quest’anno, in generale, non ci sono state le condizioni per esportare. Guardiamo con fiducia al prossimo. Sperando che l’offerta di servizi di logistica possa migliorare, riducendo i tempi di trasporto”.
Quali preoccupazioni per il futuro?
“Più che preoccupazioni, secondo noi, ci saranno opportunità. La dura lezione di Covid-19 ci sta insegnando ad avere maggiore considerazione per l’agricoltura e ad apprezzarne lo straordinario valore, anche come base, dell’agrindustria italiana. Si tratta di un asset strategico per il nostro Paese che, alla fine della brutta esperienza che stiamo vivendo, non potrà che essere rilanciato”.