La locomotiva Milano è tornata a correre. E lo si vede anche dai numeri del Mercato Ortofrutticolo, superiori a quelli pre-crisi, come racconta Roberto Lion direttore generale di Sogemi, la società che gestisce Foody Mercato Agroalimentare Milano.
Qual è lo stato di salute del Mercato Ortofrutticolo?
Come accessi in numerica abbiamo superato il 2019 di circa l’8%. Anche i volumi sono in leggero incremento, intorno al +2%. Questi numeri positivi derivano da una ripresa dei consumi dei negozi di vicinato e degli ambulanti, che c’era già stata durante i lockdown, quando gli ambulanti avevano iniziato a fare consegne a domicilio.
Come è cambiato il “paniere” dei fruitori del Mercato?
Il 95% degli acquirenti all’Ortomercato sono dettaglianti, ambulanti e piccoli grossisti. Pochi ristoratori vengono direttamente, essendo aperto in orario notturno. Ci sono invece molti operatori che si stanno specializzando facendo servizio alla ristorazione con consegne quasi just in time. La grande distribuzione non viene a fare acquisti direttamente al Mercato: fa ordini via mail.
Come sono cambiati i consumi in questa nuova fase di emergenza Covid, quali i prodotti più richiesti?
Le tipologie di consumi sono più o meno standard. L’avocado sta cominciando ad avere un discreto sviluppo, grazie ai cambiamenti nella ristorazione, che richiede questo alimento. Abbiamo poi avuto l’ingresso di un nuovo operatore della quarta gamma dalla Bergamasca, che ha preso due posteggi, e ha creato una certa movimentazione.
L’aumento del costo delle materie prime e della logistica si sta facendo sentire sui prezzi?
Noi non abbiamo visto significativi aumenti di prezzi. Vendendo tutto franco mercato, l’aumento della logistica va a caricarsi sui grossisti che faticano poi a trasferirlo sui prezzi. La stragrande maggioranza del prodotto è poi sfuso e non abbiamo risentito degli aumenti delle materie prime per il packaging, Questi impatti però si sentiranno durante il prossimo anno, a meno che ci sia una contrazione dei costi: il petrolio ha cominciato a scendere.
Come procede il Piano dei lavori per Foody2025?
Stiamo costruendo il padiglione logistico che ha avuto qualche rallentamento per problemi burocratici: contiamo di concluderlo entro giugno del 2022. Abbiamo poi aggiudicato e consegnato le aree di cantiere per la realizzazione del primo dei due padiglioni ortofrutticoli alla società Itinera, aggiudicataria dell’appalto. Sono partiti i lavori del primo padiglione, l’area è già cantierata, gli scavi cominceranno alla fine del trimestre del prossimo anno e sarà completato il 31 marzo 2023. Il secondo sarà consegnato il 31 marzo 2024.
Come cambierà il servizio del Mercato con i due nuovi padiglioni ortofrutta?
A livello infrastrutturale sarà il mercato più moderno d’Europa. Il modello cui guardiamo è Barcellona, che ha superficie doppia della nostra. È una base di partenza, per cercare di raggiungerlo in 5-10 anni: abbiamo tracciato una rotta. Il primo effetto percepito, e sarà eclatante, è come saranno le operazioni all’interno del mercato. Oggi non abbiamo neanche una ribalta di carico e scarico: si carica nei piazzali con 500 muletti che girano. Verosimilmente ne rimarrà meno di un quinto. Si caricherà e scaricherà dal retro dei punti di vendita o dalle testate dei padiglioni. Un cambiamento totale sulla logistica, con minori costi e più moderna.
E sulla tracciabilità delle merci?
Stiamo già portando avanti oggi un tracciamento digitale in ingresso delle merci, che contiamo di ultimare entro il primo trimestre del prossimo anno. E stiamo ragionando anche sul tracciamento delle merci in uscita. In funzione dei nuovi edifici. Oggi abbiamo poi un nuovo regolamento di mercato che il Consiglio comunale di Milano ha approvato modificando il vecchio durato quarant’anni. Disciplina meglio una serie di servizi; non permette il trasferimento delle concessioni, non essendo in linea con le direttive comunitarie, e prevede l’istituzione di un comitato operativo.
Quanti saranno gli stand?
Saranno 204, attualmente sono 240: c’è un mercato nuovo con una tariffa adeguata ai costi. Abbiamo già ricevuto le istanze di assegnazione dei punti di vendita. Entro aprile verranno poi siglati i contratti di concessione definitivi. In virtù di una norma prevista nel regolamento, la concessione potrà durare da 9 a 12 anni in funzione di investimenti gravosi sostenuti.