“Per il raccolto 2020 raddoppiamo la produzione. Il consumatore deve capire che la nutrizione sana non è legata in modo estemporaneo al Coronavirus, ma deve essere costante e giornaliera”. Per Red Moon, marchio ombrello di una gamma di cultivar di mele a polpa rossa “surpise inside” (RM-1 e RS-1), le aspettative di crescita sono ottime. Jurgen Braun, co-titolare di Kiku Variety Management, azienda bolzanina incaricata delle attività di marketing e socia di Red Moon srl, proprietaria del marchio, punta sull’appeal del prodotto made in Italy healthy. E annuncia la presenza a Fruit Attraction per il terzo anno.
Il Covid-19 ha spinto i prodotti salutistici e le mele hanno avuto una buona risposta come domanda della gdo: cosa vi aspettate dalla nuova campagna 2020?
Ovviamente che il tempo sia mite e le mele divengano belle. Ma soprattutto ci aspettiamo una fortissima concentrazione sul prodotto italiano, il made in Italy: questa è una grandissima speranza. La mela a polpa rossa è uno spettacolo solo a vederla e ha proprietà organolettiche e salutistiche impressionanti.
Dunque la seconda aspettativa è che il consumatore capisca che la nutrizione sana non è legata in modo estemporaneo al coronavirus, ma dovrebbe essere costante e giornaliera.
Di quante tonnellate sarà la produzione?
Lo scorso anno è stata di mille tonnellate: per il raccolto 2020 andiamo a raddoppiare i volumi: stimiamo 2 mila tonnellate prodotte tutte in Italia, Alto Adige e Veneto. Clementi è il nostro licenziatario principale, poi c’è una piccola produzione biodinamica di una cooperativa, Bio Meran, in Trentino-Alto Adige: è ancora una nicchia ma sta andando a faville ed è partner di valore.
Mai pensato al residuo zero?
La nostra filosofia è organizzare il meglio del bio e biodinamico con il meglio del convenzionale: rimanere vicini alla natura ed essere sostenibile al massimo, ridurre consumo d’acqua, l’uso della plastica,. Questo è il nostro obiettivo come Gruppo Kiku. Abbiamo più di 50 licenziatari e portiamo avanti questo progetto.
Per quanti mesi il prodotto sarà disponibile?
Da fine ottobre, da Halloween che è sempre la nostra data di partenza, fino ad aprile. Un programma di sei mesi. Red Moon non è sola bella e con effetto wow, ma ha ottima shelf-life. Stiamo lavorando su una mezza dozzina di mercati ortofrutticoli in Italia e siamo presenti in alcune insegne della gdo. Andiamo bene in Scandinavia, Benelux, Germania.
Registrate problemi di manodopera?
Al momento non ne abbiamo, abbiamo finito il dirado e stiamo cominciando quello manuale. Abbiamo buona disponibilità di manodopera. Molti stranieri, polacchi, cechi, sono rimasti in Italia per paura di perdere il lavoro: in pochi sono ritornati in patria.
Per la raccolta utilizziamo centinaia di lavoratori. Stanno poi nascendo sul territorio piattaforme trasversali per garantire la disponibilità di lavoratori in agricoltura.
Red Moon continua a essere oggetto di studi scientifici.
C’è il progetto Apple Care del Centro di Sperimentazione Laimburg, fatto con altre istituzioni come l’Università di Insbruck. Hanno scoperto che Red Moon può fare avvicinare alla mela chi ne è allergico. Non abbiamo finora comunicato l’effetto salutistico in modo aggressivo anche perché aspettavamo altre ricerche. Una di queste, che attendiamo, è ancora del Centro di Sperimentazione Laimburg.
La pandemia ha determinato un maggiore consumo del prodotto confezionato: state pensando a nuovi packaging?
Bella domanda. Fino al pre-Coronavirus stavamo tutti diminuendo plastica, oggi non si sa più che pesci pigliare. Anche i nostri partner possono andare fino a un certo limite di confezionato. Stiamo pensando come organizzarci.
Come stanno andando i prodotti trasformati, come Red Moon Sparkling?
Molto bene, il colore attrae tantissimo, soprattutto le donne. Piace l’aperitivo non alcolico, gusto leggermente frizzante. Abbiamo fatto diversi test. Quando poi si spiega cosa significano questi pigmenti, gli antociani, la risposta è molto positiva.
Se il consumatore conosce l’aspetto salutistico della mela a polpa rossa, è disposto a spendere qualcosa in più. Stiamo cercando dal prossimo anno di portare il drink anche nella gdo.
