Insetti invasivi, cambiamenti climatici, nuove minacce fitopatologiche. C’è una soluzione green nel mondo dell’ortofrutta, che abbassa l’uso di antiparassitari e insetticidi e sostiene la produttività. Sono gli schermi protettivi in materiali hi-tech per le colture proposti da Arrigoni.
Il costo minimo annuo dei danni provocati dagli insetti invasivi nel mondo è di 69 miliardi di euro
Arrigoni è realtà leader nella progettazione e produzione di schermi protettivi per le colture. A Fruit Logistica ha presentato le sue innovative soluzioni. A cominciare da un’intera gamma anti-insetti. Secondo un recente studio pubblicato su Nature Communications, il costo minimo annuo dei danni provocati dagli insetti invasivi nel mondo ammonta a 69 miliardi di euro.
“Una rete anti-insetto elimina il 99% del problema – spiega Leonardo Mannarelli, responsabile commerciale per l’Italia, Africa e Nord America di Arrigoni –. E totalmente gli antiparassitari: si può fare un bio totale. Per gli insetti abbiamo diverse magliature, fino a reti con dimensioni di micron. Si possono utilizzare anche per l’idroponica e aeroponica. C’è un’evidente riduzione anche dell’utilizzo di fungicidi: l’ambiente non è umido ma areato rispetto alla plastica”.
Le differenti magliature delle reti consentono la difesa mirata da diversi tipi di insetto. Le applicazioni hi-tech di Arrigoni, come Biorete Air Plus, sono in monofilo di polietilene ad alta densità, riciclabili al 100%. Sono in corso anche studi su materiali biodegradabili.
Reti che regolano la luce e proteggono da pioggia ed eventi atmosferici
Arrigoni propone anche reti per migliorare la regolazione della luce e a difesa di eventi atmosferici. Le applicazioni, complessivamente, arrivano a 120 diversi prodotti declinati in 400 codici diversi.
“Negli ultimi anni c’è stato un forte incremento delle reti – fa sapere Mannarelli – . Ci stanno chiedendo sempre più prodotti che normalizzino le colture e incidano su diversi fattori atmosferici, vento, umidità. Tre sono le nostre applicazioni principali: come anti-insetto, ombreggiamento a causa dell’aumento delle temperature, e come anti-pioggia. Le maggiori richieste sono per orticole e frutticole. Possono essere usate sia per serre sia a pieno campo.”
Le proposte del Gruppo Arrigoni per aumentare la luce diffusa e, al contempo, controllare la luce solare, sono a seconda delle esigenze, la gamma Robuxta e Prisma. “Un pomodoro vuole luce per dare colore, una valeriana di quarta gamma ha una necessità superiore al 60% di ombreggiamento. Per le fungaie si arriva fino al 90% e per la canapa fino al 100%: ha bisogno di 12 ore di luce e 12 di buio per andare in infiorescenza”.
Per la protezione dalla pioggia con maggiore aereazione, invece, c’è Protecta, in grado di ridurre il passaggio dell’acqua fino al 90%. “L’agricoltura di oggi – commenta Paolo Arrigoni, ad del Gruppo – richiede un approccio nuovo, che tenga conto delle diverse trasformazioni in corso a livello globale. Il nostro impegno è quello di continuare a lavorare proprio sul tema dell’‘impatto zero’ e di soluzioni ad alto valore aggiunto, secondo una filosofia green healthcare”.
Arrigoni vanta ricavi per 40 milioni, di cui 70% maturati all’estero, cresciuti negli ultimi due anni del 20-30%. Impiega duecento persone avvalendosi di due impianti, due in Italia e uno in Romania.