Aiutare i giovani Neet a trasformare le idee imprenditoriali in progetti concreti è uno degli obiettivi dell’iniziativa Neets in Entrepreneurship-Match the Future di Junior Achievement Italia, la più vasta organizzazione non profit al mondo dedicata all’educazione economico-imprenditoriale nella scuola. Il programma triennale, che ha preso vita nel novembre 2018 e proseguirà fino a metà del 2021, è attivo nei quattro Paesi europei maggiormente interessati dalla disoccupazione giovanile, Italia, Romania, Bulgaria e Spagna e punta a coinvolgere a livello nazionale 400 giovani Neet, creando 10 start up finanziate da Islanda, Liechtenstein e Norvegia attraverso gli EEA and Norway Grants Fund for Youth Employment. La prima si chiama GrowLife Superfood. il suo obiettivo è portare sulle tavole degli italiani i micro-ortaggi, plantule di specie orticole, erbacee e aromatiche: “dei veri superalimenti”, come racconta il fondatore, Domenico Francoforte, giovane palermitano.
Come nasce il progetto?
Tutto è nato con il mio lavoro come chef: sono stato diversi anni all’estero, a Londra dove ho scoperto tanti nuovi prodotti e poi in Nuova Zelanda e Australia dove ho lavorato in un ristorante stellato vicino a Melbourne, Royal Mail Hotel. Qui ho avuto la fortuna di conoscere la coltivazione in vertical farm di più di 40 varietà di micro-ortaggi, finocchi, broccoli, erbe aromatiche come l’aneto: dei veri superalimenti. Mi si è aperto un mondo nuovo.
Il mio pallino era fare qualcosa per la mia terra. Con il Covid si è fermato tutto e mentre ero a casa, in Sicilia, ho conosciuto questo progetto di Junior Achievement Italia. Ho partecipato lo scorso anno alla formazione per circa un mese circa e poi a una business competion dove ho vinto. Da febbraio sono arrivati i fondi, circa 6500 euro, e ho iniziato la prima produzione.
Su quali prodotti si concentra la produzione?
Ho uno stabile a Partinico, in campagna, in provincia di Palermo, adibito per la vertical farming. Per alcune varietà uso l’idroponica in substrato di canapa, luci led e acqua controllata. In maniera costante produciamo, pisello, girasole, aneto, ravanello, cavolo rosso, basilico. Ma abbiamo sperimentato anche bieta rossa, broccolo, basilico viola, amaranto, mais.
Dove vengono distribuiti i micro-ortaggi?
Abbiamo iniziato a produrli per un paio di punti di vendita dei supermercati Maxi Like, ma principalmente ci rivolgiamo a ristoranti. Con la gdo ci vuole più tempo: chiede molte garanzie, anche come volumi. I consumatori sono curiosi, ancora non li conoscono: il nostro progetto vuole portarli sulla tavola di tutti: sono dei superfood. Al momento ogni due settimane produciamo 300 vaschette con substrato in canapa o fibra di cocco e una sessantina di vassoi grandi.
Perché coltivare micro-ortaggi?
I micro-ortaggi, nati in California negli anni 80, sono il futuro: in poco tempo hai degli integratori alimentari naturali da inserire in ogni dieta. Danno anche un tocco in più ai piatti, grazie a colore e sapore. All’estero sono diffusi in Olanda, Spagna, Uk, Usa, Nuova Zelanda. In Italia c’è interesse, anche se il Covid ha messo tutto in stand by. Oggi vendiamo ai privati localmente. Stiamo producendo girasole, ravanello, pisello e aneto.