Lotta alla contraffazione con il rafforzamento della tutela per consumatori e produttori, cooperazione internazionale tra i distretti più evoluti delle Indicazioni geografiche e le aree dei Paesi in via di sviluppo, sostenibilità e maggiore trasparenza sul web.
Su questi 4 punti si basa la “Dichiarazione di Bergamo ”, il documento che le maggiori Organizzazioni dei produttori di Indicazioni geografiche, in rappresentanza di migliaia di aziende, hanno condiviso l’11 ottobre scorso e che verrà presentato al G7 dei ministri dell’Agricoltura, in programma oggi e domenica 15 ottobre. L’obiettivo è quello di adottare buone pratiche agricole confermando il ruolo centrale che le Indicazioni geografiche ricoprono per le economie dei territori di tutto il mondo.
Nel mondo 8.500 Indicazioni geografiche
Le organizzazioni dei produttori che hanno firmato la Dichiarazione di Bergamo chiedono quindi una maggiore attenzione ai Paesi del G7, una richiesta che vede l’Italia in prima fila, con oltre 800 Indicazioni geografiche, assieme a oltre 30 rappresentanze da 4 continenti (Africa, Asia America e Europa). Sono 8.500 le Indicazioni geografiche nel mondo di cui 1.036 registrate e tutelate e valgono complessivamente 70 miliardi di dollari.
Martina: “Rilancio dei negoziati per la tutela dei marchi geografici”
“Con la Dichiarazione di Bergamo – ha detto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, intervenendo in conference call al vertice – si delineano le sfide decisive per tutelare e promuovere il nostro patrimonio agroalimentare, definendo anche nuovi strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale dei marchi geografici. I 4 punti cardine della dichiarazione sono in linea con la nostra azione e, in qualità di Presidenza del G7 agricoltura, li assumo come punto di impegno. Il solo modo per proteggere è integrare. Ecco perché è fondamentale lavorare insieme per regole forti in mercati aperti, tutelando le nostre produzioni di qualità agroalimentari che rappresentano anche una componente fondamentale dell’export. Servono nuovi strumenti di reciprocità, clausole di salvaguardia esigibili e autenticità dei prodotti Made in Italy sui mercati internazionali.
Proprio sulla protezione delle Indicazioni geografiche su Internet l’Italia si è dimostrata all’avanguardia grazie ad accordi siglati con le grandi piattaforme web per rimuovere i falsi prodotti di qualità certificata dagli scaffali virtuali, tutelando così il vero Made in Italy.
Per l’Italia l’accordo è stato condiviso da Aicig, Federdoc, Isit, Assodistil, Afidop, Federdop, Fondazione Qualivita e Istituto Nazionale Grappa.