Fruit Logistica: “Una moratoria di cinque anni sul processo di revoca dei principi attivi”

Il presidente di Fedagripesca Confcooperative, Raffaele Drei, chiede “un’interruzione del trend” all’Ue per difendere la produzione ortofrutticola minacciata da clima e patogeni

Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative interviene a Fruit Logistica
Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative

Una moratoria di cinque anni sul processo di revoca dei principi attivi. È la richiesta avanzata a Berlino, da Fruit Logistica, dal presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei, a margine dell’inaugurazione della Fiera.

Produzione di kiwi dimezzata in 10 anni

Cambiamento climatico e aumento di patogeni non si possono affrontare limitando i fitofarmaci senza dare alternative, altrimenti si mette a rischio la produzione europea: è questa l’argomentazione. “In Europa sono attualmente in fase di rinnovo 200 sostanze attive utilizzate per la difesa delle colture e ci sono pressioni per la loro revoca. Negli ultimi dieci anni una coltura come il kiwi, si è dimezzata. Le pere sono passate dalle quasi 800.000 tonnellate del 2015 al minimo storico delle 184.000 del 2023. Le normative comunitarie troppo restrittive per chi fa ricerca e innovazione di fatto sono disincentivanti per molte multinazionali che di fatto non investono più per studiare nuove soluzioni. Non c’è altra strada se non l’interruzione di questo trend”.

I numeri

Si stima che nei prossimi dieci anni rimarranno in Europa solo 115 sostanze. Tutto questo mentre in molti Paesi extra-Ue, come l’America Latina, il numero delle sostanze autorizzate è in continuo aumento.

Secondo un recente rapporto curato da Aretè per Agrofarma, in Italia ci sono circa 300 sostanze attive approvate, che rappresentano il 75% in meno rispetto alle oltre 1000 sostanze attive disponibili 30 anni fa.

Dal 2014 a oggi il numero delle sostanze attive revocate ammonta a 82, di cui più del 70% era utilizzato per la difesa di frutticole e orticole. Soltanto l’1% degli agrofarmaci autorizzati prima del 2000 è ancora oggi disponibile in Italia: più dell’83% degli agrofarmaci sul mercato italiano è stato approvato a partire dal 2011. Circa 30 le sostanze attive a rischio revoca nel prossimo triennio, di cui 12 candidate alla sostituzione, con impatto su colture strategiche del nostro Paese, come mele, pere, pomodori, kiwi, uva da tavola.

Dal confronto del triennio 2020-22 con il 2011-13 si nota come le vendite di principi attivi nel nostro Paese abbia registrato una contrazione del 19%, la riduzione più consistente tra i Paesi analizzati e ben al di sotto rispetto alle media UE-27 (fonte Areté per Agrofarma).

 

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