“Europa, abbiamo un problema”. Citando la popolarissima frase dell’astronauta Jack Swigert nella navicella spaziale Apollo 13 (“Ok, Houston, qui abbiamo avuto un problema”), anche le imprese ortofrutticole italiane stanno chiedendo aiuto, o almeno una risposta dell’Unione europea di fronte alle difficoltà per l’emergenza coronavirus.
“A parte l’annuncio di due giorni fa della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (“In Europa siamo tutti italiani”), non c’è stata una presa di posizione a livello comunitario che dia una risposta europea al Covid-19 indicando procedure condivise, senza discriminazioni. O, almeno, chiarendo che non ci sono rischi consumando prodotti made in Italy -dice a Freshpoint Magazine Marco Salvi, dg di Salvi Unacoa-. Purtroppo, ogni stato interpreta e decide a seconda delle notizie che riceve e degli umori. Lunedì è stata una giornata campale, sembrava dovesse fermarsi tutto e abbiamo impiegato ore per spiegare ai nostri clienti che la produzione prosegue. E, soprattutto, che i prodotti sono sani. Oggi l’allarme sembra rientrato, ma ci chiedono se riusciremo a garantire la fornitura come da programma. Cosa che possiamo fare”.
Export: disagi e rallentamenti ai confini
La preoccupazione ovviamente resta. “La situazione è fluida e noi imprese viviamo alla giornata -continua Salvi-. Al momento, nel nostro Paese la merce entra ed esce quasi regolarmente. I paesi come la Romania ci complicano le cose perché tengono in quarantena gli autisti in arrivo dall’Italia e quindi nessuno vuole venire a caricare qui. Ma mi preoccupa anche l’atteggiamento di Francia e Germania che stanno banalizzando tutto e non imparano dalla nostra esperienza. Per il sostegno alle aziende italiane voglio però ringraziare il Governo, in particolare la ministra Bellanova che si è attivata tempestivamente con i ministeri dei Trasporti e della Salute per risolvere le problematiche segnalate. Non ultimi i disagi ai confini con la Croazia e al Brennero”.
Nessun cambiamento, invece, negli scambi con la Spagna. “Diciamo che a oggi non si nota nulla di strano ma, se è vero che quello che è capitato qui arriverà anche là con una decina di giorni di ritardo, le importazioni dalla Penisola iberica potrebbero calare -aggiunge Salvi-. Un minimo di dubbio c’è, perché già oggi è più difficile trovare camion spagnoli che rientrino, quindi è segno che ne stanno arrivando meno”.
Tutto sotto controllo per quanto riguarda la salute delle persone. “Abbiamo messo in massima sicurezza i magazzini di lavorazione, rispettando le distanze minime e prevedendo turni in orari diversi per evitare contatti, in modo da garantire sia il lavoro a tutto il personale, sia il prodotto”, conclude Marco Salvi.
Conad: priorità al made in Italy
Sul fronte retail, la gdo italiana continua a invitare i cittadini a evitare la corsa all’accaparramento che ha fatto aumentare in modo significativo le vendite di frutta e verdura. “Abbiamo registrato una crescita esponenziale degli ordini, ma li stiamo comunque evadendo -afferma Gianmarco Guernelli, responsabile acquisti ortofrutta Conad-. In alcuni casi abbiamo incrementato le vendite del 60% ma, tolto il controstagione, lavoriamo come sempre dando precedenza al prodotto italiano”.
“La provenienza nazionale resta strategica per il reparto –conclude Guernelli-. Abbiamo solo avuto qualche inevaso per questi importanti incrementi di ordini, ma ci stiamo attrezzando per garantire un flusso regolare dei prodotti e approvvigionare tutti i nostri punti di vendita”.