Damiano festeggia i suoi primi 60 anni con un nuovo obiettivo avveniristico: partecipare a un progetto di “spazializzazione” dei suoi prodotti ovvero mandarli realmente nello Spazio come alimentazione per gli astronauti. Il progetto Space Food sarà realizzato in collaborazione con Space Experience, l’associazione di ricerca e sperimentazione scientifica e tecnologica che opera con le maggiori Agenzie spaziali e space explorers. La collaborazione sarà avviata a partire dai prossimi mesi. Abbiamo incontrato a Milano il ceo Riccardo Damiano all’evento di presentazione e di celebrazione dell’anniversario, moderato da Cristina Lazzati direttrice di Mark Up e Gdoweek.
In attività da 60 anni, pioniere del biologico, alfiere del salutismo e dell’etichetta clean con prodotti monoingrediente, attenzione alla sostenibilità e all’innovazione. Ora i prodotti di Damiano vanno nello spazio.
Quella di andare nello spazio è una sfida e a noi le sfide piacciono. Mio padre Pasquale aveva iniziato nel ‘76 con il bio. Significa mettersi alla prova, cercare di trovare un cibo funzionale, che presenti già ottimi valori nutrizionali sulla Terra, e attingere a tutto il know-how del nostro reparto ricerca e sviluppo. E significa anche un po’ sognare, condividendo con tutte le persone dell’azienda la nostra ambizione e il puntare a obiettivi sempre maggiori.
B Corp e Società Benefit, ci sono novità sugli investimenti nello stabilimento di Torrenova alimentato con pannelli fotovoltaici?
A maggio presenteremo il nuovo bilancio di sostenibilità, stiamo condividendo alcune best pratice tra le B Corp. Con l’ingresso del fondo di investimenti di private equity Progressio, negli ultimi cinque anni abbiamo investito in azienda più di 20 milioni, numeri molto importanti per un’azienda che quest’anno ne fattura 60. Molti dei goal prefissati sono andati a segno, soprattutto quelli che puntavano a implementare le caratteristiche di sostenibilità e di efficientamento energetico del nostro impianto industriale. L’impianto fotovoltaico infatti verrà ampliato con l’installazione di 1800 mq di pannelli solari che ci permetteranno di andare incontro a un maggior fabbisogno, dato che l’azienda sta crescendo. Un altro dei grandi obiettivi futuri su cui stiamo lavorando è la digitalizzazione totale dell’azienda.
Sul fronte dell’economia circolare quali azioni sono in atto?
La nostra produzione principale, per cui siamo leader mondiali, è quella delle mandorle biologiche che ci offre grandi potenzialità dal punto di vista dell’economia circolare, perché tutto si può riutilizzare, compresi i gusci per produrre energia. Stiamo lavorando a un impianto di co-generazione che dovrebbe portarci entro il 2026 ad essere autosufficienti a livello energetico, ma anche a poter dare un contributo tangibile alla comunità locale per il corretto smaltimento degli sfalci dei nostri terreni.
Si continua a sottolineare l’importanza del consumo di frutta secca ma i dati dell’export non sono ottimali: le esportazioni, a quantità pressoché costanti, perdono il 13,3% in valore, mentre aumenta l’import. Cosa sta succedendo sui mercati?
È un fenomeno che ritengo sia strettamente legato all’attuale spinta inflattiva. Il suo aumento ha portato alcuni Paesi, in particolare la Francia, a un calo del consumo di frutta secca, anche per il costo elevato. Inoltre sono in aumento le importazioni di prodotti con costo più basso, per esempio le mandorle provenienti dagli Usa. I dati del primo trimestre 2024 francese però indicano che i consumi stanno tornando a crescere. Anche per Damiano le vendite nel primo trimestre sono andate molto bene, ci auguriamo quindi che la situazione dei mercati si stia stabilizzando.
Da dove viene la materia prima della mandorla di Damiano?
Damiano è un grande hub, raccogliamo quasi tutta la mandorla siciliana, la maggior parte di quella prodotta in Puglia, più di metà di quella coltivata in Spagna e una parte di quella prodotta negli Usa. Da 60 anni la mia famiglia gestisce 400 ettari di mandorleto, la nostra è una filiera allargata, che presidiamo con infrastrutture e risorse umane.
Tra le 40 referenze avete anche prodotti con il cacao certificato FairTrade, oggi il suo prezzo è in continuo aumento e c’è una startup che sta proponendo l’utilizzo di un ingrediente alternativo come la carruba.
I nostri sono prevalentemente prodotti monoingrediente. Il circuito FairTrade ha logiche diverse da quelle di speculazioni commerciali, noi come azienda produciamo cacao FairTrade da oltre vent’anni e abbiamo un approvvigionamento abbastanza forte. La carruba è una soluzione trovata tipicamente in periodi bellici ma non è il cacao. È uno degli effetti del cambiamento climatico e servono segnali come questi per far capire che la mancanza o riduzione di un prodotto è legata anche al clima, evidenziando che c’è ancora molto da fare in questa direzione.
Prossime referenze che usciranno quest’anno, ci sono accordi per la private label con la gdo?
Con l’acquisizione di Dea Società Benefit, conclusa lo scorso anno, come realtà siamo diventati molto più forti con la private label: abbiamo infatti un’offerta di circa 50 ricette diverse. Sul fronte zucchero usiamo quello di cocco, d’uva e puntiamo a ingredienti di nicchia e ricercati, dal basso impatto ambientale. Tra le ultime linee lanciate: la Solo 3, con soli tre ingredienti (mandorla tostata, zucchero di cocco e cacao; nocciola tostata, zucchero di cocco e cacao; mandorla pelata con cocco e dattero, ndr) e l’ultima arrivata ovvero una gamma alto proteica. Come snack la linea Snack Break 30g di frutta secca tostata, mandorle, nocciole e anacardi in sacchetti riciclabili con colori accattivanti. Speriamo possano diventare la scelta preferita per le merende e per gli spuntini di tutti, sostituendosi agli snack tradizionali.
With Damiano, dried fruit arrives in Space
With the Space Food project, realized in collaboration with the Space Experience association, B Corp Messina-based company will provide functional food to the participating astronauts. This research will allow exploring new preservation and packaging techniques
PubMed reported more than 5 thousand scientific studies that tell the benefits of dried fruit, a true food of the future: from the ability to bring on weight loss, despite being rich in (good) fats, to the control of blood glucose. Up to combat oxidative stress, maintaining muscle mass and bone tissue. The latter problems affect those who live in extreme conditions, such as astronauts. The synergy that brought together Damiano, a company specializing in dried fruit and an organic pioneer, with Space Experience, the scientific and technological research and experimentation association that operates with the major space agencies and space explorers, was born from this need. To celebrate its first 60 years, the Messina-based company has set itself a new futuristic goal: to participate in a ‘spatialization’ project of its products, that is, to actually send them into Space as food for astronauts. Research and development teams are working together to create products that are nutritious, tasty, and suitable for space conditions, including studies on long-term preservation and nutritional stability. Riccardo Damiano, CEO, explained: ‘The first tests on the prototypes are already underway. New preservation and packaging techniques are also explored to reduce waste and environmental impact by guaranteeing perfect preservation of the product with respect to taste and organoleptic and nutritional characteristics. Once the testing phase is completed, some products will be sent into Space for real tests and astronauts’ feedback will be crucial for future improvements. This collaboration will also foster new developments for research in the agri-food sector. It is a challenge and we appreciate challenges (my father started with organic food in 1976): it means putting yourself to the test, trying to find a functional food and drawing on all the know-how of our research and development department’. With the entry of ‘Progressio’ private equity investment fund, in the last five years the company has invested more than 20 million Euros out of the over 60 million Euros in revenues that it should achieve in 2024, thanks not only to acquisitions, but also for internal lines (in 2022 the Company acquired Dea Società benefit, in the province of Viterbo, which produces organic spreadable creams for the foreign market, thus strengthening their private label). In Torrenova the company has 16 thousand sqm, with cutting-edge systems. ‘We are working on a co-generation plant, which should lead us to be self-sufficient in energy by 2026’. As a B Corp company (it boasts 15 certifications, including Naturland, essential to enter the German market), last May it presented its new sustainability report, which shows a strong reduction in Scope 2 local base emissions. With around 90 employees and over 4500 farmers, Damiano is the largest company in the world for organic almonds. ‘We collect almost all the Sicilian almonds, most of those produced in Puglia, more than half of those grown in Spain, and part of those produced in the USA. For 60 years my family has managed 400 hectares of almond groves’. The photovoltaic system, which provides 80% energy coverage, will be expanded with the installation of 1,800 sqm of new solar panels. ‘Another of the major future objectives we are working on is the total digitalization of our company’. The products are characterized by clean label (single-ingredient spreads are emblematic) and pass through the FairTrade circuit. The company recently proposed a Protein Line of organic gluten-free spreads for customers who play sports and love well-being. ‘The implementation of dried fruit supply chain projects is a fundamental part of our company strategy: every stage of production, from cultivation to distribution, is controlled to ensure both monitoring and verification of each batch and guarantee a transparent, efficient and responsible supply chain. And it also passes through a commitment to social responsibility with the aim of ensuring that workers’ rights are respected and working conditions are safe and decent.
We also collaborate with research institutes and universities to develop new cultivation and transformation techniques, improving both yield and quality of products, developing best practices to be shared with our producers’.