Banca delle terre agricole, 10mila ettari per giovani

Al via la procedura di vendita dei terreni gestiti da Ismea. Per gli under 41 pagamento in 30 anni

Raggiungono 10mila ettari i 386 nuovi terreni offerti dalla Banca nazionale delle Terre agricole a chi vuole avviare imprese agricole. L’apertura del terzo bando della Bat è stato presentato ieri al convegno dell’Ismea “Seminiamo il futuro”. Per favorire il ricambio generazionale, i giovani imprenditori con meno di 41 anni possono pagare a rate per un periodo fino a 30 anni. Dal 19 febbraio al 19 aprile è possibile inviare manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più appezzamenti del lotto, che ha un valore minimo atteso di 130 milioni di euro. I ricavi della vendita saranno investiti integralmente nelle misure per i giovani agricoltori.

Oltre metà dei terreni si trovano in regioni del Sud Italia come Sicilia, Basilicata e Puglia, il 23% sono al Centro (soprattutto in Toscana e Puglia) e il 9% al Nord. La Bat è nata nel 2016 per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di terra, raccogliendo e rendendo disponibili le informazione sui terreni. I primi due lotti hanno rimesso in circolo 402 terreni derivanti dalle operazioni fondiaria di Ismea per un totale di 10.574 ettari, di cui 4.643 aggiudicati a 129 imprenditori: il 75% di questi sono giovani. “Abbiamo trasformato terreni virtuali, non utilizzati, in terreni reali, nuove storie di giovani imprenditori agricoli. La Banca delle terre è una grande opportunità per rafforzare l’agricoltura italiana”, ha commentato il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello.

Coldiretti, bene altre terre ai giovani, 56mila under 35

In Italia è in atto uno storico ritorno alla campagna con oltre 56mila under 35 alla guida di imprese agricole, un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del 12% negli ultimi cinque anni. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti, su dati Unioncamere, divulgato ieri in occasione dell’apertura del terzo bando della Banca delle terre (Bat). La disponibilità di terra è il principale ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole condotte da giovani soprattutto perché la vera novità rispetto al passato – sottolinea la Coldiretti – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze e non possono contare sul patrimonio fondiario familiare. Il sostegno alle aziende dei giovani è positivo per l’insieme dell’agricoltura nazionale e per il Paese poiché la capacità di innovazione e di crescita porta le aziende agricole dei giovani ad avere un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. In Italia il valore per ettaro di terreno agricolo – conclude la Coldiretti – è in media di circa 20mila euro, anche se con una forte differenziazione territoriale tra il Nord-Est (dove si registrano valori sopra i 43mila euro a ettaro) e il Mezzogiorno (dove si scende in media tra 8-13mila euro), secondo elaborazioni Coldiretti su dati Crea.

Ismea, giovani imprenditori agricoli in crescita 15%

L’Ismea registra “un ritorno in campagna delle nuove generazioni” con una crescita di oltre il 15% di aziende condotte da under 35 dal 2015 a oggi, a fronte della flessione del numero di aziende agricole totali (-3%). Sono 57.083 le imprese agricole italiane condotte giovani imprenditori e 210.402 le realtà guidate da donne; con una quota rispettivamente del 7,7% e del 28,4% sul totale dello stock di imprese iscritte al registro camerale a fine 2019, secondo i dati presentati alla conferenza “Seminiamo il futuro”. Anche le immatricolazioni alle Università di Agraria sono sempre di più, mediamente 2.000 iscrizioni in più l’anno a partire dal 2014, e l’incidenza del settore agricolo è “forte” tra gli sbocchi occupazionali delle nuove generazioni, secondo lo studio che vede nel settore non tanto una scelta di ripiego quanto “un effettivo interesse legato alla terra e all’ambiente, alimentato anche dalla maggiore sensibilità dei giovani per il tema della sostenibilità ambientale e da una maggiore consapevolezza del legame tra cibo e territorio”. I giovani imprenditori agricoli possono essere degli importanti driver del cambiamento in campagna: sono mediamente più istruiti rispetto alle altre classi di età (51% di capi azienda giovani ha un diploma e il 16% una laurea anche non attinente a materie agronomiche), hanno aziende più grandi (18 ettari di Sau per azienda contro i 10 degli over 40), maggiore spirito imprenditoriale (il 31% degli under 40 intervistati da Ismea ha intenzione di effettuare un investimento nel corso dei 12 mesi successivi, contro il 17% degli over 40) e propensione a fare rete.

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