Anche l’arte può essere una risorsa per comunicare e valorizzare un territorio. Tanti gli spunti emersi al convegno annuale di Apot, che si è svolto al Teatro Sociale di Trento, nell’ambito del progetto Trentino Frutticolo Sostenibile, dal titolo “L’altra metà della mela”, spicchi di economia, arte e territorio”.
La cultura è una risorsa per il territorio da sfruttare
Diversi gli interventi. A cominciare da Ennio Magnani presidente di Apot, che rappresenta 5.000 frutticoltori e che ha voluto sottolineare “l’importante occasione per pensare a forme nuove di cooperazione e collaborazione in Trentino”, dove funziona “un sistema unico al mondo, espressione di una cooperazione ultracentenaria”. Sul tema dell’innovazione è intervenuto Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot. “Crediamo che la storia e l’arte possano essere viste come risorse per il tessuto sociale, culturale ed economico del territorio, con una valenza potenzialmente fortissima, specialmente se vista in prospettiva futura, per la competitività del sistema produttivo”.
Al centro anche il tema della sostenibilità, messo in luce da Roberto della Casa, docente di marketing dei prodotti agroalimentari all’Università di Bologna e titolare della società di ricerche Agroter. “La frutticoltura non deve essere solo il motore dell’economia ma anche dello sviluppo dei territori in chiave sostenibile”. “Bisogna sapere misurare la sostenibilità scientificamente nei suoi tre aspetti economico, sociale e ambientale. Solo così poi si possono confrontare i metodi produttivi e prendere decisioni ragionate” ha aggiunto Andrea Segré, presidente della Fondazione Edmund Mach, agronomo economista e professore di politica agraria internazionale.
Philippe Daverio, scrittore e storico dell’arte, ha quindi offerto un contributo culturale al dibattito con una panoramica sulla presenza della mela nelle opere d’arte più significative. Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, ha chiuso la serata sottolineando come Il Trentino creda “nella produzione e nel sistema cooperativo, nel proprio lavoro e nella tradizione, in grado di garantire la qualità della filiera”.