Agreenet, con PìFresc la shelf-life aumenta anche di 21 giorni #vocidellortofrutta

Un bollino da applicare nel pack rilascia principi attivi di oli essenziali che ritardano l’attacco di muffe e batteri, come racconta il co-founder della start up innovativa Stefano Ferioli

La squadra di agrenet
Il team di agreenet

È il contrasto allo spreco dell’ortofrutta a guidare l’innovazione di agreenet. PìFresc è un semplice bollino, da applicare all’interno delle confezioni. Di materiale biodegradabile, rilascia principi attivi adatti agli alimenti, ricavati da oli essenziali, che riducono lo sviluppo di muffe e batteri e prolungano la shelf-life anche di 21 giorni, come racconta Stefano Ferioli, 31 anni, co-founder della start up.

Agreenet è stata tra le sette start up italiane selezionate e premiate a Verona per la prima edizione dell’acceleratore FoodSeed, il programma incentrato su tecnologie innovative per l’alimentazione, promosso da Cdp Venture Capital. Lanciato a marzo 2023, ha avuto il sostegno di partner promotori e co-investitori, Fondazione Cariverona, UniCredit e Eatable Adventures. E il contributo di corporate partner, Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Axxelera, Veronafiere e il partner scientifico Università degli Studi di Verona.

Come nasce la start up, con quali obiettivi?

Stefano Ferioli, co-founder della start up innovativa agrenet
Stefano Ferioli, co-founder agreenet

È nata a Torino a fine 2022, partendo da un programma di imprenditorialità, Talenti per l’impresa. Io ho una Laurea in Ingegneria gestionale conseguita al Politecnico di Torino, gli altri founder sono specializzati in microbiologia e biomateriali. L’intento era quello di offrire soluzioni per ridurre lo spreco alimentare e da lì è nato il progetto agreenet per soddisfare le esigenze dei distributori che rilevano perdite lungo la filiera dovute al deperimento dei frutti durante stoccaggio e trasporto. Siamo stati poi accelerati da FoodSeed. E grazie a questo incubatore ci siamo assicurati le risorse finanziarie per accelerare il nostro percorso verso la commercializzazione del prodotto.

Come funziona la soluzione brevettata PìFresc?

È un biopolimero da fonti vegetali, tutti i prodotti di cui è composto sono naturali, ed è l’essenza del nostro brevetto. È composto da una matrice che permette di intrappolare e rilasciare gradualmente i principi attivi che utilizziamo. Li ricaviamo da oli essenziali, usiamo un mix, come per esempio l’olio essenziale di menta, limone. Li acquistiamo da fornitori che ne certificano la provenienza. Il bollino si attacca come un biadesivo all’interno della confezione, agisce da solo, non bisogna fare altro e aderisce a qualunque tipo di packaging.

Chi applica questo bollino sulla confezione, in che fase della filiera?

Va messo durante le fasi di confezionamento: più vicini siamo al momento in cui i frutti vengono confezionati, maggiore è l’efficacia. Nel futuro puntiamo a collaborare con produttori di packaging per integrare direttamente la tecnologia nel materiale. Abbiamo visto che se c’è un ambiente più o meno chiuso l’efficacia è maggiore, ma funziona anche in un pack aperto.

Per quali prodotti è indicato?

PìFresc appicato ai limoni per migliorare la shelf-life
PìFresc appicato ai limoni

Ci concentriamo sui frutti non climaterici, che non hanno soluzioni per prolungare la shelf-life: agrumi, fragole, frutti di bosco, ciliegie, uva da tavola e altri. In base a test fatti con partner industriali la shelf-life si prolunga da un minimo di 4 giorni per frutti di bosco  a un massimo di 21 per i limoni. Per le arance il ritardo nella formazione del primo frutto con muffe è di 7 giorni.

Come si distingue da soluzioni simili lanciate da competitor?

Innanzitutto per la scalabilità ed economicità del processo. Le soluzioni sul mercato sono più care e trovano difficile ingresso in Europa. Poi la praticità d’uso, altre soluzioni di competitor prevedono uso di liquidi da spruzzare e non sono semplici da gestire.

Ci sono aziende che già utilizzano il vostro prodotto e di quale categoria?

Tra progetti pilota completati e in corso ne abbiamo più di una decina. Collaboriamo con i maggiori brand di uva da tavola, marchi di agrumi della Sicilia. Ma anche aziende leader mondiali nella produzione di macchinari per processare l’ortofrutta, che hanno interesse a investire in start up e vogliono proporre il nostro prodotto come complemento alla loro offerta. Sull’uva dobbiamo ancora fare i test.

Su quali nuovi progetti state lavorando?

Il team ha skill variegate e specializzate. Stiamo lavorando a un coating edibile e come progetto più immediato all’utilizzo della nostra matrice per altri usi, per esempio come rivestimento di altri materiali per garantire la qualità che ci si aspetta, come le capsule di carta del caffè.

Avete pubblicato un White Paper sullo spreco alimentare, dove scrivete che PìFresc è in grado di ridurre lo spreco di oltre il 50%.

È stato un esercizio intenso svolto con altre start up sensibili al mondo dello spreco e tutte citate nel documento, scaricabile dal nostro sito. Nei Paesi più industrializzati il livello di spreco è più elevato nella fase del consumatore; in quelli meno ricchi si concentra lungo la filiera dove ci sono problemi di conservazione. Le insalate sono il prodotto più sprecato per l’ortofrutta e la metà dell’ortofrutta prodotta in Italia viene sprecata.

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