Export, la carta da giocare è l’innovazione

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Dopo un 2023 da record per il valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca (+9,1% rispetto al risultato dell’anno precedente, ma con i volumi che scendono dello -0,9%), l’onda positiva si è mantenuta anche nel primo trimestre 2024 con una crescita sia in valore (+2,5%) sia in volume (+1,6%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati Istat elaborati da Fruitimprese raccontano una ripresa di un settore importante, dove l’Italia è seconda al mondo nelle esportazioni di tre referenze di prodotto: mele (quota di mercato del 12,9%), kiwi (12,4%) e nocciole (14,5%), in base ai dati elaborati da The European House-Ambrosetti su dati Faostat. Senza dimenticare che il Paese è, tra l’altro, primo al mondo per verdure lavorate, con una quota di mercato del 20,2%. “Da diversi anni non si vedono annate di produzioni normali -riflette il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi-. Il calo produttivo è il principale ostacolo alla crescita dell’export. Per fortuna ci sono dei comparti che tengono grazie all’innovazione, con un miglioramento del posizionamento sul mercato. Parliamo delle mele, che perdono qualche punto in volume ma crescono per fatturato; e del kiwi, che mantiene il fatturato esportato costante nonostante perda quasi un terzo del volume a causa del fenomeno conosciuto come ‘moria’, presente nel nostro Paese da molti anni. Questa malattia fa morire gli impianti per cause non ancora identificate e ha provocato la distruzione di migliaia di ettari. Nel giro di 15 anni l’Italia ha ridotto di due terzi la produzione del kiwi verde e la Grecia ci ha superato nella classifica dei Paesi produttori. Negli anni Duemila il comparto ha reagito e avviato la produzione del kiwi giallo, prodotto al tempo innovativo e che oggi sta dando grandi soddisfazioni con l’Italia punto di riferimento come produttore dell’emisfero Nord”. Ma quali sono le opportunità di crescita e le criticità per il settore? “Le opportunità sono i mercati che stanno gratificando le esportazioni di prodotti innovativi e di qualità, anche dal punto di vista organolettico e gustativo. È su questi presupposti che si cresce, sia in quelli consolidati europei, ma anche in Sudamerica e in qualche mercato asiatico. Per quanto riguarda l’accesso ai nuovi mercati soggetti agli accordi fitosanitari, stiamo organizzando con Cso, Assomela, Aci e con il supporto di Ismea, visite di operatori di Paesi terzi per favorire il negoziato per il dossier mele in Messico, uva per il Vietnam e mele e uva per il Perù. Speriamo di chiudere i negoziati e aprire questi importanti mercati”. Alcuni elementi di crisi legati alla situazione politica ed economica internazionale hanno creato difficoltà alle esportazioni, come la riduzione dei traffici nel Canale di Suez dovuta agli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, l’inflazione, gli aumenti del costo delle materie prime e dell’energia. “La questione delle crisi internazionali con i nuovi scenari geopolitici preoccupa. Punti critici sono legati principalmente alle condizioni climatiche avverse che hanno penalizzato le produzioni italiane negli ultimi anni, in aggiunta alla eliminazione di tanti principi attivi che alla fine riducono le rese per ettaro”.

Su diversi dossier si attende di capire come saranno portate avanti le politiche del green deal dall’Ue, con l’insediamento della nuova legislatura. “Sugli agrofarmaci spero che l’approccio del nuovo Parlamento e della Commissione sia più di buon senso, a tutela degli interessi degli Stati membri. I dati sui controlli dimostrano che l’Italia non ha nulla da temere a questo proposito, con una percentuale di conformità dei prodotti che supera il 98%. Si deve ragionare da un punto di vista scientifico tenendo in considerazione anche la sostenibilità delle imprese e dei consumi. Se manca il prodotto si dovrà importarlo e in questo caso ciò non dovrà avvenire senza che si sia rispettato il principio di reciprocità. Dobbiamo pretendere che i prodotti in arrivo sui nostri mercati rispettino gli stessi standard richiesti ai nostri produttori. Questo principio vale anche dal punto di vista dell’accesso ai mercati”. Emblematico il caso dell’Egitto che, di fatto, da un anno e mezzo ha chiuso all’import di prodotti europei comprese le mele, kiwi e susine italiani per una questione legata alla mancanza di valuta pregiata per pagare le forniture.

“Nell’ultimo anno l’Italia ha aumentato l’importazione di prodotti egiziani del 65% e di contro diminuito del 62% l’export. Sulle Tea, poi, l’importante è ora mettere in agenda la questione come priorità assoluta e Fruitimprese si sta muovendo in questa direzione”.

I numeri del trimestre 2024

Andando a vedere i singoli comparti, ottime performance registrano gli agrumi che crescono del 14,5% in volume e dell’8,5% in valore; soffre la frutta fresca che, pur mantenendo un trend positivo in valore (+3,5% sul 2023), perde l’11,9% in volume, complici la crisi delle pere e le problematiche produttive dei kiwi. Crescono le esportazioni di tuberi, ortaggi e legumi del 9,9% rispetto al 2023, ma il loro valore scende dello 0,2%. Continua la crisi dell’export della frutta secca, che anche in questo trimestre perde il 15,9% in quantità, mantenendo però costante il valore esportato (+0,3%).
Più articolata la fotografia delle performance dei maggiori prodotti esportati. Tiene bene l’export delle mele in valore (+8,2%), che pur registra una riduzione dei volumi (-2,8%). L’incremento è soprattutto grazie all’affermazione sul mercato di prodotti ad alto valore commerciale come le varietà club. Il kiwi registra una forte crisi produttiva (-27,8%), eppure mantiene la crescita in valore (+1,3 %) grazie anche al contributo del prodotto a polpa gialla. Per gli agrumi, bene le arance, +12,9% in volume e +9,9% in valore, e i limoni, +8,2% in quantità e +2% in valore; in forte ripresa mandarini e clementine che registrano un +24,7% in volume e + 9,4% in valore. Profondo rosso invece per le pere, vittime di una crisi produttiva preoccupante dovuta alle condizioni atmosferiche avverse e alle fitopatie: il calo delle esportazioni è del 70,2% in volume e del 57% in valore, a confronto con una campagna, il 2023, che registrava già numeri del 50% più bassi rispetto a una campagna regolare.

Export, the card to play is innovation

The data confirms that the new distinctive varieties provide margins, despite climatic adversities, and the markets reward them. Mexico, Peru, and Vietnam are the possible new destinations for Made in Italy productions thanks to phytosanitary agreements, as Marco Salvi, president of Fruitimprese, reported 

After a record 2023 for the value of Italian exports of fresh fruit and vegetables (+9.1% compared to the result of the previous year, but with volumes decreasing by -0.9%), the positive wave also continued in the first quarter of 2024, with growth in both value (+2.5%) and volume (+1.6%) compared to the same period of the previous year. The Istat data processed by Fruitimprese show a recovery of an important sector, where Italy is second in the world in exports of three product references: apples (market share of 12.9%), kiwis (12.4%), and hazelnuts (14.5%), based on data processed by The European House-Ambrosetti on Faostat data. All this without forgetting that our Country is, among other things, the first one in the world for processed vegetables, with a market share of 20.2%. Marco Salvi, president of Fruitimprese, explained: ‘For several years we have not seen years of normal production. The decline in production is the main obstacle to export growth. Fortunately, there are some sectors that are holding up thanks to innovation, with an improvement in their positioning on the market. We are talking about apples, which lose a few points in volume, but are growing in turnover; and kiwis, which keep their exported turnover constant despite losing almost a third of their volume due to the phenomenon known as ‘die-off’, which has been present in our Country for many years. This disease kills plants because of causes not yet identified and has caused the destruction of thousands of hectares. In the space of 15 years, Italy has reduced its production of green kiwi by two thirds and Greece has overtaken us in the ranking of producing Countries. In the 2000s, this sector reacted and started the production of yellow kiwi, an innovative product at the time, which today is giving great satisfaction, with Italy being a point of reference as a producer in the Northern hemisphere’. But what are the growth opportunities and the critical issues for this sector? ‘The opportunities are the markets that are rewarding the exports of innovative and quality products, also from an organoleptic and gustatory point of view. It is on these assumptions that we are growing, in the consolidated European markets, and also in South America and in some Asian markets. As regards access to new markets subject to phytosanitary agreements, we are organizing visits by operators from third Countries with Cso, Assomela, Aci, and with the support of Ismea to facilitate negotiations for the apple dossier in Mexico, grapes for Vietnam, and apples and grapes for Peru. We hope to close the negotiations and open these important markets’. Some elements of crisis linked to the international political and economic situation have created difficulties for exports, such as the reduction of traffic in the Canal of Suez due to Houthi attacks in the Red Sea, inflation, increases in the cost of raw materials and energy. ‘The issue of international crises with the new geopolitical scenarios is worrying. Critical points are mainly linked to the adverse climatic conditions, which have penalized Italian production in recent years, in addition to the elimination of many active substances that ultimately reduce yields per hectare’. As for various dossiers, the operators are waiting to understand how the Green Deal policies will be carried forward by the EU, with the installation of the new legislature. ‘As regards agrochemicals, I hope that the approach of the new Parliament and the Commission is more common sense, to protect the interests of the Member States. Control data shows that Italy has nothing to fear in this regard, with a product compliance percentage exceeding 98%. We must think from a scientific point of view, while also taking into consideration the sustainability of businesses and consumption. If the product is missing, it will have to be imported, and in this case, this must not happen without respecting the principle of reciprocity. We must demand that the products arriving on our markets respect the same standards required of our producers. This principle also applies from the point of view of access to markets’. The case of Egypt is emblematic: in fact, it has closed the import of European products including Italian apples, kiwis and plums for a year and a half, due to an issue linked to the lack of hard currency to pay for supplies. ‘In the last year, Italy has increased the import of Egyptian products by 65% and, on the other hand, exports decreased by 62%. Regarding Tea variety, then, the important thing is now to put the issue on the agenda as an absolute priority and Fruitimprese is moving in this direction’. 

The numbers of the quarter 2024 

Looking at the individual sectors, citrus fruits recorded excellent performances, growing by 14.5% in volume and 8.5% in value; fresh fruit suffers, as, while maintaining a positive trend in value (+3.5% over 2023), it is losing 11.9% in volume, due to the pear crisis and the production problems of kiwis. Exports of tubers, vegetables, and legumes grew by 9.9% compared to 2023, but their value decreased by 0.2%. The crisis in dried fruit exports continues: in this quarter, too, it decreased by 15.9% in quantity, while maintaining the exported value constant (+0.3%). The picture of the performance of the major exported products is more detailed. Apple exports are holding up well in value (+8.2%), despite recording a reduction in volumes (-2.8%). The increase is above all thanks to the success on the market of products with high commercial value, such as club varieties. Kiwis are experiencing a strong production crisis (-27.8%), yet they maintain growth in value (+1.3%), thanks also to the contribution of the yellow pulp product. For citrus fruits, oranges recorded an important growth, +12.9% in volume and +9.9% in value, and the same is true for lemons, +8.2% in quantity and +2% in value; mandarins and clementines recorded a strong recovery, recording +24.7% in volume and +9.4% in value. On the other hand, pears recorded a sharp decrease, victims of a worrying production crisis due to adverse weather conditions and plant diseases: their drop in exports is 70.2% in volume and 57% in value, compared to a campaign, 2023, which was already recording a decrease by 50% compared to a regular campaign. 

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