I primi asparagi sono già pronti in Veneto con oltre un mese di anticipo, in Puglia sono già pronti con una maturazione anticipata di 20 giorni anche pomodori e piselli, mentre nei banchi dei mercati di Campagna Amica della Capitale gli agricoltori vendono già il carciofo romanesco, le fragole di Terracina e gli agretti, almeno un paio di settimane prima del normale. Sono gli effetti del secondo inverno più caldo da oltre due secoli che ha stravolto completamente le offerte stagionali normalmente presenti su scaffali e mercati in questo periodo dell’anno.
Le temperature invernali, di 1,8 °C superiori alla media lungo tutta la penisola con la punta di circa 3 °C oltre la norma toccata nel Nord Est rispetto al trentennio 1971-2000, hanno fatto maturare in modo repentino e simultaneo gli ortaggi rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta. «Il risultato – precisa la Coldiretti – è un boom di primizie sui banchi di verdure e ortaggi dove è possibile trovare una grande varietà di offerta made in Italy a prezzi particolarmente convenienti, considerata la stagione».
A preoccupare, continua Coldiretti, sono invece le piante da frutto dai mandorli agli albicocchi fino ad alcune varietà di pesche, che si sono “risvegliate” in forte anticipo rispetto all’arrivo della primavera e, in molti casi, sono fiorite e risultano ora particolarmente vulnerabili a un eventuale cambiamento climatico. Il mandorlo è fiorito con un anticipo di circa un mese mentre le pesche sono a inizio fioritura soprattutto per le varietà precoci che sarebbero dovute entrare in fioritura più tardi, mentre in Sicilia la temperature eccessiva ha portato a un cambiamento dell’attività fisiologica delle piante di agrumi con addirittura casi di disidratazione repentina dei frutti, sia arance che mandarini.