La campagna delle pere del 2023-2024 è stata una stagione eccezionale dal punto di vista dei prezzi. Fra le ultime tre campagne, infatti, registra le quotazioni più elevate: se analizziamo i dati relativi ai volumi nazionali è stata anche, insieme al 2021, l’annata più povera in termini produttivi dell’ultimo decennio. A questo si lega il tema dei prezzi.
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Meno pere, più care
Basti pensare che le tonnellate nazionali prodotte nel 2023 sono state poco più della metà di quelle del 2022 e che le superfici coltivate a pere in poco più di dieci anni si sono dimezzate. Una discreta ripresa dei volumi nazionali si registra nell’attuale campagna 2024-2025, che si sta avviando alla chiusura: le quotazioni del prodotto restano su valori piuttosto elevati, anche se non come quelli dell’annata 2023-2024, sebbene siano regolari e sostenuti che evidenziano fin dall’inizio un costante lieve incremento, almeno fino alla fine del mese di gennaio. Una leggera flessione si può constatare nella prima decade di febbraio, in fase di fine campagna del prodotto nazionale e con l’arrivo delle prime williams dal Sud Africa. Anche le pere che giungono da Argentina, Cile e Sud Africa godono di buona salute, dal punto di vista della quotazione: da qualche anno, nei mercati all’ingrosso, non si assiste più ad eccedenze massicce di prodotto e i prezzi si mantengono sostenuti per tutta la campagna primaverile-estiva. Qualche prezzo “di realizzo” si registra solo per le partite che presentano un eccesso di maturazione e/o in concomitanza della fine dell’estate.
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Il confronto tra le varietà
Nel confronto tra le varietà analizzate, la cultivar che riscuote maggior consenso e realizza quotazioni migliori rimane l’abate fetel, seguita a ruota dalla williams. La kaiser, un tempo pera di riferimento, è presente in misura sempre minore nel panorama nazionale, pur rimanendo un prodotto di punta. Riguardo questa varietà, negli ultimi anni, a seguito di volumi sempre più scarsi, le quotazioni si confermano interessanti.
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Più pere dall’estero
Le superfici investite per la coltivazione delle pere sono nettamente in contrazione, con rese produttive sono altalenanti e in calo. La scarsità produttiva del 2023 ha costretto l’Italia ad aumentare le importazioni, che nel 2023 sono salite del 8,5% in volume e del 18% in valore. Le esportazioni sono per contro scese del 15,5% in volume ma, in conseguenza dei prezzi elevati del prodotto, hanno fatto registrare un segno positivo in valore.