È di 200 tonnellate all’anno la domanda italiana di microalghe essiccate, per utilizzi che vanno dall’alimentare alla nutraceutica, dalla cosmesi alla farmacopea, fino ai mangimi per i pesci. Ma meno del 13% viene soddisfatta dalla produzione nazionale (in capo a una decina di aziende) e per i tre quarti è concentrata sulla spirulina. I dati sono stati comunicati in esclusiva da Alberto Bertucco, presidente di Aisam (Associazione italiana per lo studio e le applicazioni delle microalghe), e Liliana Rodolfi, docente dell’Università degli Studi di Firenze, nella digital preview di AquaFarm e NovelFarm in programma i prossimi 9 e 10 giugno a Pordenone Fiere, che comprenderà anche la sezione AlgaeFarm.
Il prodotto italiano subisce la concorrenza di Francia e Spagna e dei Paesi del Far Est
Il mercato globale vale un miliardo di dollari, per una produzione stimata da un minimo di 25 mila a un massimo di 130 mila tonnellate annue, concentrate, dal 50 al 90%, su spirulina e clorella. Quello europeo è ancora esiguo: 500 tonnellate, poco meno della metà concentrate su spirulina e clorella; per valore circa 500 milioni di euro, ma con una crescita media annua del 10 %.
Il mercato italiano richiede elevata qualità, ma i nostri produttori subiscono la concorrenza di aziende europee più strutturate (Francia e Spagna) e soprattutto gli arrivi dall’Estremo Oriente, “cerficati bio”, che però non soddisfano agli standard richiesti. Recentemente è nata anche Usbi (Unione spirulina biologica italiana) per la valorizzazione della qualità e dell’innovazione del prodotto nazionale. La catena del valore italiana comprende anche alcune realtà che producono componenti, come i fotobioreattori, strutture cilindriche chiuse che catturano l’energia luminosa. La ricerca di base e industriale si concentra sul miglioramento della produttività, per esempio curando le sorgenti luminose che emettano le frequenze meglio utilizzate.
Spirulina e clorella: dall’alimentare al ricco mercato di nutraceutica e farmaceutica
Spirulina (e in misura inferiore clorella) trovano impiego nell’alimentare e come integratori. Sono diversi prodotti che le contengono e distribuiti nel largo consumo (pasta, barrette di cioccolato, yogurt, prodotti energetici, drink). Ma gli ambiti di applicazione sono svariati: acquaponica, cosmetica, coloranti bio, nutraceutica, farmaceutica. Molto redditizio è il mercato legato all’estrazione di sostanze dalle microalghe: 45 mila dollari al kg per la fucoxantina, un potente anti-infiammatorio, e dai 200 ai 600 dollari al kg per gli acidi grassi.