Nel primo semestre 2023 le esportazioni sono risultate in crescita dell’1,3% in volumi e del +7,1% in valori, ma le importazioni segnano rispettivamente +3,5% e +8,6%. Peggiora il saldo commerciale (-24,9%) come quello in volume che passa dalle -291.127 tonnellate dei primi sei mesi del 2022 alle -338.351 dei primi sei mesi dell’anno in corso.
L’export: bene agrumi e fragole, flessione della frutta secca, male quella secca
La migliore performance è per i tuberi, legumi e ortaggi che vedono crescere le esportazioni dell’8% in volume e del 19,2% in valore. Bene anche l’export di agrumi (+ 5,1% in volume e + 15,4% in valore).
Debole l’export di frutta fresca che scende in volume del 3,3% e non supera il punto percentuale positivo in valore. Continua la crisi dell’export della frutta secca: -8,8% in quantità e -23,3% in valore, condizionata dalla scarsa produzione nazionale dovuta alle avversità atmosferiche.
Andando a vedere le produzioni, l’export di arance conferma il trend positivo del comparto agrumi con un +15,69% in valore. Bene anche i limoni che vanno in doppia cifra positiva sia in quantità sia in valore e le fragole che segnano un +13,99%. In ripresa le pere che registrano un trend molto positivo rispetto all’annus horribilis 2022.
Scendono invece zona negativa le esportazioni di mele (-5,01%) a fronte di un valore esportato praticamente costante; i kiwi segnano un +6,18% in quantità ma -0,56% in valore.
L’import, avocado sempre sulla cresta dell’onda
Le importazioni nel settore ortofrutticolo crescono ancora: +3,5% in volume e 8,6% in valore. Per quanto riguarda i prodotti importati, da segnalare l’exploit del valore degli avocado che aumenta di oltre 1/3. Le banane segnano valori in crescita del 12,97%; l’ananas copia in pratica copia i dati del 2022.
Salvi: “Serve intervento istituzionale a sostegno dei consumi”
C’è preoccupazione per il settore che soffre per il calo dei consumi e l’onda lunga della crisi energetica. Per il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi, è necessario un intervento istituzionale anche alla luce dell’avvio dal primo ottobre del “paniere anti inflazione” cui hanno aderito la distribuzione e l’industria alimentare. “Chiediamo al ministro Urso di non dimenticare l’anello più debole e più a monte della filiera, per non far ricadere ancora una volta l’onere delle scelte politiche sulla produzione”. Il settore ortofrutticolo, fa notare, auspica l’avvio dell’annunciata campagna di promozione istituzionale a favore del consumo di frutta e verdura fresca, con provvedimenti fiscali in grado di aumentare la capacità di spesa delle famiglie.