L’ortofrutta italiana può essere gestita dinamicamente con tempi ristrettissimi, guadagnando in reattività rispetto ad altri mercati europei e mondiali. Grazie ai dati raccolti infatti, il mercato è più trasparente e la filiera più governabile, pronta a modificare le dinamiche produttive all’interno dello stesso anno, e non più un anno per l’altro com’è stato finora.
Il salto in avanti è edificabile sulle fondamenta offerte dalla base dati raccolta da Bmti (Borsa Merci Telematica Italiana), azienda del sistema camerale, in collaborazione con Italmercati. Il rapporto, chiamato ‘Trasparenza al centro’, è stato presentato il 17 luglio a Roma, alla presenza del sottosegretario del ministero delle Politiche Agricole Alessandra Pesce, del presidente di ltalmercati Fabio Massimo Pallottini e del presidente di Borsa Merci Telematica italiana Andrea Zanlari.
“Non voglio demonizzare la grade distribuzione organizzata, ma la distribuzione tradizionale è essenziale per l’Italia e la sua imprenditoria”, ha chiarito Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati.
Il database di Bmti e le comparazioni dei prezzi tra le stagioni
Il database usa 6mila voci per il rilevamento, su 19 mercati nazionali e 7 esteri, con 10 variabili per ciascuna voce. Il totale raccolto finora è di oltre 6 mila miliardi di record, quasi interamente raccolti dal 2007 ad oggi.
“Trecento prodotti da 66 Paesi con circa 300mila rilevazioni annue: sono questi i big data messi a disposizione da Bmti per rendere il sistema dell’ingrosso alimentare dinamico e governabile in tempo quasi reale”, ha sintetizzato Pallottini.
Il consumatore vede meno speculazione stagionale, grazie a una maggior regolarità dei prezzi al consumo. Ovviamente ci sono anche vantaggi a più lungo raggio, come programmazione e riconversione di aree. Un occhio va anche al Governo e alle sue direzioni, con la proposta di un tavolo di coordinamento delle azioni regionali, subito memorizzata dalla Pesce.
Guerra allo spreco: frutta e sughi solidali
Un altro aspetto di grande importanza è la gestione dell’invenduto a scopo sociale. Ogni anno Italmercati recupera 6.500 tonnellate di frutta, corrispondenti a 15 milioni di porzioni, non più ideali per la vendita ma ancora integre per la consumazione. Questi prodotti vengono distribuiti da Onlus a famiglie bisognose, in forma gratuita.
È questo uno dei 6 progetti finanziati dalla legge sul recupero dell’invenduto. Ma si può fare ancora di più: molti cibi sono ancora utilizzabili anche se non in toto, ed ecco una grande idea: ospitare dei piccoli laboratori di trasformazione che generino sugo e succhi solidali.
“È un’ottima idea, -ha commentato Zanlari-, io sono presidente anche di Federconserve, per cui teniamoci in contatto”.
Si parte: big data sì ma per ora senza blockchain
Abbiamo chiesto se fosse previsto l’impiego del ledger condiviso per i dati raccolti. La risposta è stata chiara: “Conosciamo la blockchain, -ha detto Pallottini-, per noi non è all’ordine del giorno, ma è un tema dal quale non dobbiamo comunque sfuggire.
“Un’attenzione alla tracciabilità va sviluppata -ha aggiunto il sottosegretario Pesce- visto che si registrano localizzazioni ed importazioni”.