Il congresso statunitense ha approvato ieri, 23 luglio 2015, il disegno di legge sugli Ogm trasformando in legge federale quella che è stata definita una linea più “morbida”. Da oggi, in tutti e i 50 stati della federazione nord-americana non sarà più obbligatorio indicare la presenza di organismi geneticamente modificati nelle etichette dei prodotti agro-alimentari.
La votazione. Con il voto favorevole dei due terzi dei deputati (275 i voti a favore e 150 i contrari), alla Camera dei rappresentanti (House of representatives) si è concluso un iter legislativo particolarmente controverso che, nella dirittura di arrivo, si è piagato alle istanze delle multinazionali statunitensi dell’industria agro-alimentare che, sin dal principio, hanno fortemente caldeggiato questo disegno di legge.
Le regole Usa. «Fino ad ora – si legge in una nota inviata dalla sede di Chicago, dell’Ice, l’Istituto per il commercio con l’estero – l’unico Stato Usa che ha approvato una legge che prevede l’obbligo delle indicazioni in etichetta è il Vermont. La legge dovrebbe entrare in vigore a partire da luglio dell’anno prossimo sempre però se sopravvivrà alla durissima battaglia legale ingaggiata dalle major dell’industria alimentare assolutamente contrarie a dovere indicare la presenza di Ogm. In realtà anche il Maine e il Connecticut hanno una legge del genere ma il provvedimento rischia di diventare del tutto inefficace se gli Stati confinanti non ne adottano uno simile».
Le major. La tesi sostenuta dalle aziende dell’industria agroalimentare parte dal presupposto che gli alimenti geneticamente modificati sono sicuri e che l’introduzione di etichette che ne prevedano obbligatoriamente l’indicazione potrebbe essere fuorviante. Allo stesso tempo la previsione di normative a macchia di leopardo nei vari Stati federali, comporterebbe un costo troppo oneroso per le aziende che operano su scala federale, senza considerare il messaggio confuso e contraddittorio verrebbe trasmesso ai consumatori.
«La realtà – ha spiegato il deputato repubblicano del Kansas, Mike Pompeo, promotore del disegno di legge – è che la biotecnologia ha più volte dimostrato come gli organismi geneticamente modificati siano sicuri. Non sarebbe giusto dovere aumentare il prezzo finale al consumo solo sulla base dei desideri di un manipolo di attivisti».
I consumatori. Dall’altra parte, invece, tra le argomentazioni di chi è favorevole all’indicazione in etichetta, c’è il diritto dei consumatori ad essere informati su quello che è contenuto nel cibo che mangiano. La critica mossa a questa legge è quella di avere eliminato la possibilità per gli Stati Uniti di esigere delle etichette più puntuali.
«L’ultima parola – si legge nella nota dell’Ice di Chicago – adesso spetta al presidente Obama che potrà o avallare la legge firmandola oppure esercitare il suo potere di veto. E non è così automatico che il presidente si allinei con le decisioni del congresso ma fino ad ora non è stata presa alcuna posizione ufficiale al riguardo».