Dall’inizio della stagione le vendite di mele Pink Lady in Italia sono aumentate del 16%, tra le migliori performance a livello europeo, ma ora si punta a incrementare la market share in Italia. Il dato è stato comunicato dal brand che è presente a Fruit Logistica , dove il nuovo presidente di Pink Lady Europe, Bruno Bertheloz, ha svelato i piani di una delle mele club più apprezzate sul mercato.
Più in dettaglio, dall’inizio dell’attuale stagione melicola, le vendite sono aumentate del 4% rispetto all’anno precedente, con una crescita particolarmente significativa in Italia e in Germania (13%). A livello di quote volume di Pink Lady, la Germania continua a essere al vertice (24%), seguita da Regno Unito (18%), Francia (16%) e Italia (8%).
Obiettivo 100 milioni di consumatori nel 2030
Nel 2024 oltre 70 milioni di persone in Europa hanno gustato le mele Pink Lady. L’obiettivo entro il 2030 è arrivare a 100 milioni. Per raggiungerlo, Pink Lady Europe prevede di commercializzare oltre 360mila tonnellate di mele. Il marchio punta a una crescita a doppia cifra nei mercati chiave, con aumenti di volume previsti del 15% in Italia, 17% in Francia e 13% in Germania.
La strategia
Espandersi in nuovi mercati ma anche rafforzare la presenza nei mercati maturi implementando tre pilastri strategici fondamentali: questo il piano strategico. In particolare i consumatori saranno al centro delle azioni del brand attraverso messaggi personalizzati, segmentazione affinata e analisi approfondite dei dati. In campo si utilizzerà la smart agriculture, per contrastare l’aumento di patogeni dovuti al climate change, con strumenti tecnologici innovativi, di monitoraggio e predittivi. Verrà poi rafforzato il legame tra coltivatori, distributori e consumatori.
“La nostra missione è elevare la categoria delle mele, il nostro impegno per l’innovazione continua e la nostra forte comunità garantiscono un reddito equo per i coltivatori -sottolinea Bertheloz-. Da quando Pink Lady ha introdotto il concetto di varietà club, ci consideriamo ambasciatori sia per i produttori di mele sia per i consumatori”.