Per le fragole gli ultimi mesi della stagione autunno-invernale della campagna produttiva 2023 sono stati caratterizzati da prezzi elevati, con quotazioni sopra la media: i valori sono rimasti a lungo a ridosso dei 10 euro al chilo, talvolta affacciandosi anche oltre quel tetto, di misura. Ciò è dovuto sia alle nuove produzioni del Sud Italia, che agli ultimi raccolti del Trentino Alto Adige. Nonostante la fisiologica discesa di prezzo a inizio 2024, le quotazioni si sono stabilizzate alla fine di febbraio su livelli mediamente superiori allo scorso anno, sostenute da un’offerta senza eccessi.
La regionalità delle fragole in Italia
Le produzioni di questo periodo, principalmente provenienti da Basilicata e Campania, hanno conosciuto una flessione significativa solo all’inizio maggio, per poi riprendersi subito nonostante il mese non sia stato dei migliori sotto l’aspetto meteorologico. La ridotta sovrapposizione con le produzioni di Emilia Romagna e Veneto e il clima fresco hanno consentito il prolungamento della vita produttiva delle coltivazioni lucane e campane, che con un periodo di commercializzazione ridotto, hanno offerto elevate qualità organolettiche.
Sulle tavole sempre più fragole italiane
In costante flessione nell’ultimo decennio la produzione in piena aria per le fragole, che rappresenta circa un terzo dei volumi in coltura protetta. Tra le varietà più apprezzate dal consumatore troviamo la Sabrosa (Candonga), Favetta, Inspire. In netta diminuzione nel 2023 rispetto all’anno precedente, di oltre il 22%, le importazioni, con una lieve ripresa di quelle dalla Spagna, che rimane il nostro primo fornitore. Quote minime (ma in crescita) per le fragole provenienti dalla Grecia. È considerevole anche la crescita dell’export, con oltre il 6% di aumento in volumi e quasi il 18% in valore.
