Un italiano su tre ha aumentato i consumi domestici di frutta e verdura durante il lockdown. E le vendite di ortofrutta nella distribuzione moderna hanno registrato un +15,8% a valore (17 febbraio-26 aprile 2020) rispetto allo stesso periodo del 2019 quando la crescita era stata del 3,3%. Il dato emerge dall’osservatorio The world after lockdown di Nomisma e CRIF, che ha analizzato l’impatto della pandemia Covid-19.
Boom per la frutta ricca di vitamina C, soffre la quarta gamma
La crescita è stata sostenuta soprattutto dalla frutta: +20,4% a valore, rispetto al +13,4% della verdura. Un driver importante sono stati i valori salutistici associati al suo consumo: in particolare sono stati premiati i prodotti ricchi di vitamina C, come arance e kiwi, ma anche mele. Buone performance arrivano anche dai surgelati.
A soffrire, invece, i prodotti ready to eat, come la quarta gamma e gli ortaggi pronti all’uso, e la quinta gamma, zuppe e minestre pronte da scaldare. Il 69% dei responsabili acquisti delle famiglie ha, inoltre, registrato un incremento dei prezzi.
E-commerce sdoganato, premiati i negozi di vicinato e i piccoli supermercati di prossimità
La pandemia ha sdoganato le vendite online. Una famiglia su 4 ha acquistato ortofrutta tramite i siti web delle insegne della gdo: ma la domanda potenziale è più alta. A causa delle tante richieste, durante il lockdown il 16% non è riuscito a effettuare l’ordine. Un ulteriore 15% ha fatto un acquisto nei siti di produttori/mercati agricoli on line.
Guardando ai punti di vendita, i negozi di vicinato e i piccoli supermercati di prossimità sono stati preferiti alle grandi strutture. L’obiettivo di evitare assembramenti e le limitazioni agli spostamenti in comuni diversi hanno favorito questa scelta. Premiate anche le insegne che hanno introdotto servizi di click & collect, ordini telefonici, via WhatsApp o tramite sito internet (il 16% delle famiglie ha fruito del food delivery).
Post lockdown, italianità, convenienza e salutismo i maggiori driver
Lo switch nella modalità di acquisto e del carrello della spesa saranno permanenti? Nei prossimi 6 mesi, dice la ricerca, il fattore made in italy, che trasmette sicurezza e implica solidarietà nazionale, la convenienza e quello healthy saranno i maggiori driver nelle scelte dell’ortofrutta.
Il 60% dei responsabili acquisti, infatti, dichiara che l’italianità sarà ancora più centrale. Importanti i valori della territorialità o km zero e rintracciabilità lungo la filiera (45%). In vista dello scenario di difficile congiuntura economica, molta attenzione sarà riservata alla convenienza e al prezzo (42%). Tra gli altri valori determinanti, il fattore bio (34%) e salutistico (32%) e la sostenibilità del packaging (30%).