Dai terreni incolti nascono orti biologici per creare nuove opportunità di lavoro con il progetto Giovan’Orti. L’iniziativa per il recupero di terre e lavoro nell’area di Capannori (Lu) è promossa da Cooperativa Odissea, Caritas Lucca, Legambiente Capannori e Piana lucchese, Cooperativa Calafata, azienda agricola Carraia e azienda agricola Orto bio.
Un progetto realizzato nell’ambito del progetto di partecipazione civica sull’economia circolare Circularicity promosso dal Comune di Capannori e finanziato in parte con il crowdfunding attraverso la piattaforma Eppela e in parte con contributi del Comune.
Giovan’Orti contrasta “l’incolto sociale”
“L’obiettivo è contrastare l’incolto agricolo, i terreni non coltivati nel nostro territorio, ma anche ‘l’incolto’ sociale, ovvero le risorse umane come, ad esempio, i giovani che non studiano e che non lavorano, i disoccupati di lunga durata, i disabili ed i richiedenti asilo – spiega Valerio Bonetti, responsabile della cooperativa Odissea – Il nostro scopo è mobilitare il lavoro di queste persone per produrre, vendere e distribuire ortaggi biologici prodotti sui terreni di recupero, innescando così un nuovo circuito economico virtuoso nel quale i ragazzi stranieri e gli abitanti del luogo possano lavorare la terra insieme “coltivando” l’integrazione e la rinascita della comunità”.
I prodotti agricoli del progetto Giovan’Orti saranno destinati all’auto-consumo, distribuiti a scopo benefico alle famiglie in condizioni di povertà, mentre le eccedenze saranno destinate alla vendita diretta attraverso gruppi di acquisto con una pressoché totale eliminazione di sprechi.