Pubblicata la riforma Ue sull’agricoltura biologica

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, la nuova normativa Ue sull'agricoltura biologica entrerà in vigore nel 2021

Approvato nell’aprile scorso e appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il nuovo regolamento sull’agricoltura biologica entrerà in vigore nel 2021. “L’Italia -ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio– si conferma leader europeo per l’agricoltura biologica, sia in termini di mercato sia in termini di superfici. Abbiamo tre anni per lavorare alle modifiche necessarie a rendere, per esempio, ancora più stringenti le regole sulla qualità oppure per lavorare e correggere il tiro su temi come le deroghe o la conversione”.

“I prossimi mesi”, ha concluso il ministro, “saranno dunque particolarmente intensi per il lavoro che ci attende a Bruxelles e vigileremo con attenzione sui numerosi atti delegati ed esecutivi che la Commissione è chiamata ad emanare per completare il quadro normativo europeo del biologico”.

Critiche del mondo agricolo al nuovo regolamento Ue sul biologico

“Un regolamento che presenta moltissime ombre e che rischia di annacquare la qualità della produzione agricola biologica italiana ed europea”. Ha così commentato Confagricoltura evidenziando che sulla spinta dei Paesi del nord Europa si permette di coltivare i prodotti bio anche senza seminarli su terra, perdendo così la naturale difesa della biodiversità, uno dei cardini dell’agricoltura biologica. “Altrettanto grave – aggiunge – è consentire, senza alcun rispetto per il consumatore e il produttore, di vendere prodotti biologici contaminati accidentalmente da pesticidi”.

Anche Coldiretti aveva criticato la normativa Ue indicando che i prodotti certificati come biologici sarebbero stati contaminati da prodotti chimici fitosanitari e addirittura ottenuti fuori suolo. Pollice verso anche alla deroga che consentirà ad alcuni Stati del nord Europa di continuare a produrre impiegando letti demarcati in serra per un periodo di 10 anni.

Per i prodotti importati, infine, continuerà a sussistere il principio dell’equivalenza, sia pure per un periodo transitorio, durante il quale sarà più elevato il rischio di un aumento delle importazioni prima dell’adozione del sistema di conformità.

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