No di FederBio e AssoBio all’accordo quadro sul prezzo di riferimento del pomodoro da industria biologico, siglato tra l’industria di trasformazione e l’organizzazione dei produttori del Nord Italia per la campagna 2020. Non tutela la filiera, dicono in coro.
Con 180 euro a tonnellata il prezzo al pubblico aumenterebbe solo di 5 centesimi al chilo
Il prezzo concordato di 136 euro a tonnellata, pur incrementando di circa il 4% il compenso al produttore rispetto agli anni precedenti, continua a testimoniare una situazione di grave rischio per l’integrità delle filiere, secondo FederBio e AssoBio.
“Dal 2016 FederBio denuncia una situazione di forte rischio nel comparto del pomodoro biologico da industria – ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio -. Abbiamo offerto la nostra collaborazione agli organismi di certificazione e alle organizzazioni interprofessionali del pomodoro da industria. Purtroppo questo ennesimo segnale da parte di un sistema interprofessionale, che non solo ha sempre rifiutato il confronto ma che ha anche smesso di pubblicare i dati relativi alla produzione biologica, testimonia la necessità di sganciare definitivamente il sistema delle regole e degli accordi sul prezzo dei prodotti biologici dagli ambiti e dalle logiche del prodotto convenzionale. FederBio si mette a disposizione di tutta la filiera per discutere di un nuovo accordo, nella speranza che anche le OI riconosciute comprendano la gravità della situazione”
Pagando il giusto prezzo del pomodoro al produttore (come da studio recentemente elaborato da Federbio Servizi, cioè almeno 180 euro a tonnellata) in realtà quello al pubblico dovrebbe aumentare solo di 5 centesimi al chilo, circa, ma garantirebbe la corretta sostenibilità delle aziende agricole a tutela della sicurezza del prodotto – ha sottolineato Roberto Zanoni, presidente di AssoBio -. AssoBio e i proprio associati sono pronti a confrontarsi anzitutto con le organizzazioni dei produttori socie di FederBio, per trovare un accordo che metta in trasparenza la ripartizione del valore lungo tutta la filiera”.