Come valorizzare la produzione biologica? Se ne è parlato in un workshop organizzato nell’ambito delle attività del progetto europeo It’s Bio cofinanziato da Aop Gruppo Vi.Va (realtà nazionale con 23 mila ettari coltivati di cui il 10% sono in regime biologico), in particolare, da Almaverde Bio, Canova e Apofruit.
La gdo punta su nuove strategie pe risollevare i consumi
È in corso una flessione dei consumi bio d’ortofrutta, evidentemente condizionata dall’inflazione. Nei primi nove mesi del 2023, secondo dati Cso Italy, le vendite hanno raggiunto poco meno di 520 milioni di euro segnando un +2% a valore e un -9% a volume sul 2022. Una ricerca presentata da Sgmarketing sulla propensione all’acquisto di biologico da parte della gdo italiana evidenzia in generale una percezione difensiva da parte dei buyer intervistati, che vedono il settore ancora in difficoltà anche nel medio periodo.
Dalla ricerca emergono però alcune strategie che le insegne stanno realizzando per valorizzare il biologico nella propria offerta, per rilanciare i consumi della categoria. Tra le principali si segnalano il ripensamento del layout espositivo, la riorganizzazione dell’assortimento dando maggiore enfasi ai prodotti di stagione, la riorganizzazione della comunicazione del reparto per evidenziare meglio le valenze del biologico, lo sviluppo della mdd e la riorganizzazione delle promozioni. Benessere e rispetto dell’ambiente sono i due driver principale per gli acquisti di ortofrutta biologica, secondo i dati presentati da Claudio Scalise di Sgmarketing.
Apofruit in controtendenza
Apofruit rappresenta un modello di valorizzazione del biologico. Il cuore del successo è Canova, società ad altissima specializzazione che dispone di 4 stabilimenti di Apofruit dedicati e si avvale di 4 partner, con piattaforme operative, distribuiti su tutto il territorio nazionale, Op Terra di Bari (uva da tavola), Gullino (mele, kiwi), Coop. Sole (fragole, meloni, insalate), Terre dell’Etruria (ortaggi). “Una specializzazione del genere -rimarca il direttore generale Ernesto Fornari– consente di raggiungere volumi elevati e soprattutto di offrire al consumatore di biologico una continuità di assortimento e una gamma profonda di prodotti di altissima qualità perché coltivati nelle aree strategiche e più vocate di produzione italiana. Senza tralasciare l’innovazione di prodotto con l’inserimento in produzione biologica di nuove varietà come kiwi giallo, Candine, Kaki Maxim, uva senza semi, nuove drupacee, nuovi agrumi come Tango/Tangold”.
Crescita a doppia cifra per Almaverde Bio
I dati di Almaverde Bio testimoniano la formula di successo, con 7,9 milioni di euro nel 2023 pari al + 17% sia in valore sia in volume rispetto al 2022. Fanno scuola le promozioni comunicate nelle Isole, con un’evidenza della categoria di stagione come recentemente avvenuto con tutta la gamma delle brassicacee. “Le Isole Almaverde Bio oggi sono 58, distribuite sull’intero territorio nazionale -afferma Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio-. Riusciamo a offrire i prodotti giusti per i consumatori alto spendenti di biologico, grazie alla profondità di gamma, ma riusciamo anche a intercettare i consumatori di bio occasionali”.
Importante anche sfruttare la comunicazione più alta, come il progetto triennale It’s Bio, i cui risultati parziali sono stati presentati da Mario Tamanti, direttore di Aop Gruppo Vi.Va. “Nel biennio sono state realizzate 350 giornate promozionali in-store. La campagna promozionale It’s Bio si è poi sviluppata in modalità digital, con forte attività sui canali social dedicati e sul canale YouTube dove si sono raggiunte 330 mila visualizzazioni dei 12 video informativi realizzati per il progetto”.