Ammontano a 4573 milioni le vendite del bio nel mercato interno nel 2021: la crescita nei supermercati è stata del 4,2% rispetto al 5,5% degli altri canali. Dal 2012 l’incremento nei primi è stato però molto più evidente: è salito da 585 milioni di euro a 2153; nei secondi da 1590 a 2.420. Ma è l’export il vero protagonista, con una variazione che sfiora l’11%. I dati sono riportati nel quindicesimo Rapporto Bio Bank.
Bene supermercati e discount, in difficoltà i negozi specializzati
Il mercato complessivamente vale 7,5 miliardi di euro nel 2021, con l’export che ha raggiunto i 2907 milioni. Nell’arco degli ultimi cinque anni è cresciuto del 4,6% il numero totale di attività bio delle tre tipologie alimentari monitorate sul Rapporto Bio Bank (alimentare, cosmesi e detergenza): da 2.265 nel 2016 a 2.370 nel 2020. Al primo posto si confermano i siti di e-commerce di alimenti bio, con una crescita a doppia cifra pari al 67,8%; al secondo le attività di ristorazione, con una crescita di appena il 3,1%. Calo consistente invece per i negozi specializzati, -9,3%.
Italia primo esportatore al mondo nel biodinamico
Il biologico in Italia rappresenta ancora una nicchia: appena il 3,4% dei consumi agroalimentari l’Italia (dato 2019): si trova al primo posto per export e aziende di trasformazione (21.419), al secondo per produttori agricoli (70.540), al terzo per vendite al dettaglio e superfici (1,99 milioni di ettari), al sesto per quota delle superfici bio sulla Sau totale (16%). Sul podio per il biodinamico: l’Italia è il primo Paese esportatore al mondo di prodotti certificati Demeter e terzo produttore in Europa.
Le politiche dell’Unione Europea dovrebbero dare una spinta: impongono di dimezzare l’utilizzo di pesticidi, ridurre del 20% quello di fertilizzanti e triplicare le superfici bio arrivando al 25% entro il 2030.