L’estero chiede il confezionato, soprattutto per la prima gamma. “A marzo la crescita del fatturato del packaging per l’ortofrutta è stata a due cifre”. Esprime soddisfazione Roberto Zanichelli, Business Development & Marketing Director di Ilip (Gruppo Ilpa), leader a livello europeo nelle soluzioni d’imballaggio, innovative e sostenibili, in plastica termoformata e bioplastica. Ma per l’azienda è una soddisfazione a metà. “La pandemia non ha bloccato la richiesta di prodotti in materiale compostabile, ma ha purtroppo ridotto drasticamente la richiesta e il consumo di stoviglie monouso”.
Di quanto è cresciuta la domanda per gli imballaggi dell’ortofrutta per l’Italia e per l’estero?
Per quanto ci riguarda la domanda è cresciuta più all’estero rispetto all’Italia, con un aumento a due cifre a marzo. Ad aprile l’incremento è stato più ridotto dal momento che alcuni clienti, vista l’incertezza del momento, hanno preferito assicurarsi la merce in magazzino anticipando gli acquisti il mese precedente.
La richiesta ha riguardato di più la prima gamma o la quarta gamma?
Più la prima gamma, soprattutto la gamma di cestini utilizzati per i prodotti stagionali e in previsione delle prossime campagne. Per quanto riguarda la quarta gamma fortunatamente stiamo mantenendo lo stesso trend di crescita positivo, soprattutto nel mercato italiano, del secondo semestre del 2019.
Quanto ha inciso il home delivery?
Nel fatturato della business unit Foodservice Packaging, basato soprattutto sulle stoviglie monouso per la grande distribuzione e la ristorazione, gli imballaggi per il Food2Go o l’home delivery incidono pochi punti percentuali. L’aumento di vendite cui abbiamo assistito, anche se significativo, non sposta i valori in campo.
La domanda di materiale compostabile pre-Coronavirus era in forte crescita: si è fermato quel trend?
Questa maggiore richiesta, se non vera e propria tendenza in atto da qualche anno, riguarda soprattutto le stoviglie monouso. La pandemia non ha bloccato la richiesta di prodotti in materiale compostabile, ma ha purtroppo ridotto drasticamente la richiesta e il consumo di stoviglie monouso. In generale in tutti i canali: ristorazione commerciale e collettiva e ingrosso specializzato (con la chiusura di mense scolastiche, aziendali, ristoranti, bar, fast food…) ma anche grande distribuzione. Il consumatore si affretta ad acquistare beni di prima necessità e non articoli per momenti di convivialità.
Su quali investimenti si sta concentrando l’azienda?
L’azienda è concentrata sull’investimento strategico per il completamento del nuovo magazzino automatizzato a deplezione di ossigeno capace di 60 mila posti pallet. Essendo posizionato di fianco allo stabilimento di produzione, consentirà di cessare gli attuali trasferimenti di prodotti verso i magazzini esterni, con un risparmio di 300 mila kg di emissioni di CO2 all’anno.
Oggi la sicurezza alimentare è diventata prioritaria rispetto a quella ambientale: l’applicazione della direttiva sulla plastica monouso va riformata?
I due temi non sono contrapposti ma sono assolutamente complementari. L’imballaggio, in qualsiasi tipo di materiale, protegge il cibo, la salute e la sicurezza del consumatore e riduce lo spreco alimentare, che ha un impatto ambientale notevolmente superiore a quello dell’imballaggio.
Gli imballaggi in plastica hanno notevoli vantaggi in quanto le caratteristiche intrinseche della plastica permettono un range di azione, in termini di temperature d’uso, condizioni ambientali di umidità e temperatura, sistemi di confezionamento che altri materiali non hanno. Inoltre, a parità di funzione, sono più leggeri ed economici e se smaltiti in modo corretto (come qualsiasi altro rifiuto) possono essere riciclati per avere una seconda vita.
