Verso una rete europea del commercio all’ingrosso che parta da una più stretta collaborazione tra grossisti italiani e francesi per poi estendersi anche a spagnoli e tedeschi. Questa la strada che Fedagromercati ha intrapreso per esprimere le potenzialità dei mercati all’ingrosso e che ha prospettato attraverso l’intervento del suo vicepresidente, Oliviero Gregorelli, nel corso della convention annuale dell’Uncgfl, l’Unione nazionale francese del commercio all’ingrosso di frutta e verdura, che quest’anno si è tenuta a Roma a fine marzo.
Mercati: una realtà consolidata. «All’interno del settore agroalimentare – ha spiegato Gregorelli – i grossisti rivestono un ruolo centrale anche per l’incremento dei consumi di ortofrutta. C’è un potenziale oggi solo parzialmente esplorato che riguarda la valorizzazione del prodotto locale e il rapporto fra distribuzione e logistica urbana, in cui abbiamo ancora molto da dire». Il ruolo deriva dalla capillare presenza sul territorio della penisola, se si considera che i mercati in Italia sono 142, di cui 30 d’importanza nazionale e 21 associati a Fedagromercati.
sono le più grandi strutture logistico-distributive italiane nel settore del fresco e movimentano circa il 60% dei prodotti ortofrutticoli italiani, il valore più alto in Europa, addirittura doppio rispetto a quelle francesi che hanno un sistema di distribuzione moderna molto più strutturato del nostro.
Alcune di queste realtà, inoltre, destinano una parte consistente dei loro quantitativi all’export: Padova il 55%, Milano il 15%, Udine l’8% e Verona il 5%, intraprendendo costantemente rapporti commerciali con buyer europei e internazionali.
La rilevanza delle funzioni dei mercati per il settore agroalimentare italiano si evince chiaramente dai dati relativi alla realtà complessiva di questi attori. Le aziende dei grossisti operanti in queste strutture registrano un fatturato di oltre 13 miliardi di euro, mentre i quantitativi di merce che circolano al loro interno si attestano intorno a 11 milioni di tonnellate l’anno. Rilevante il totale degli addetti e lavoratori che operano in queste realtà: sono circa 42mila in tutto il territorio nazionale.
Filiera unita per pensare in grande. «Stiamo lavorando per la realizzazione di un piano strutturato – ha spiegato Gregorelli – che coinvolga anche il canale Horeca e il sistema di logistica urbana per far sì che i mercati all’ingrosso possano esprimere al meglio il proprio ruolo di punto di riferimento per lo sviluppo di progetti di prossimità in grado di veicolare e dare valore alle produzioni locali. Da qui può partire anche il rilancio della filiera territoriale, del prodotto locale e delle corrette prassi di commercializzazione. Ma bisogna muoversi all’unisono, fare massa».
Si tratta di un progetto che ha una lunga strada davanti, se si considera che allo stato attuale lo scenario italiano è molto diversificato. Per dare un quadro generale, sostanzialmente circa il 70%, dei grossisti italiani svolge l’attività di commerciante all’ingrosso, mentre il 30% offre servizi aggiuntivi, rifornendo ristoranti, scuole o facendo servizi di catering.
Il team di lavoro che si è appena costituito all’interno di Fedagromercati e che fa leva sullo strumento interprofessionale per sviluppare adeguati progetti di educazione alimentare, ha iniziato a ragionare sulla possibilità di creare delle interconnessioni, una sorta di “contaminazioni distributive” in virtù delle quali «ristoratori e grossisti lavorino congiuntamente per la valorizzazione dal basso delle produzioni locali – ha concluso Gregorelli – evidenziando, ad esempio, attraverso delle locandine l’utilizzo esclusivo di ortofrutta del territorio. Ci aspettiamo in questo che la logistica ci dia una mano, dal momento che tutte le città principali si stanno impegnando a sviluppare la cosiddetta logistica dell’ultimo miglio sulla scia di un trend mondiale».