Vendite in sei mesi cresciute del 30% lavorando su segmentazione e scelta varietale, e garantendo che le patate fossero sempre di alta qualità. Lo ha raccontato Giulio Romagnoli, ad di Romagnoli F.lli, menzionando i risultati di un progetto svolto in partnership con un’insegna della distribuzione moderna, nel corso di un evento pubblico sulle prospettive del settore pataticolo. La vera sfida, secondo il manager, è coniugare resistenza e gusto. “Oggi il gusto è diventato un elemento centrale, contribuendo alla qualificazione dell’offerta e all’aumento delle vendite. Le patate devono essere produttive, resistenti, ma anche buone”.
Oltre a Romagnoli, l’iniziativa ha visto la partecipazione di Consorzio Selenella e Consorzio Patata della Sila e, per quanto riguarda i retail, Carrefour ed Ergon (gruppo Despar).
Le previsioni per il 2025
I consumi di patate fresche, non solo in Italia ma in tutta Europa, hanno registrato aumenti significativi negli ultimi 12 mesi. In Germania, ad esempio, si è registrato un incremento pro capite di quasi 7 kg. Romagnoli ha dato la sua lettura del settore pataticolo rispetto alle previsioni per il 2025 e sullo scenario internazionale. Per il 2025 si prevede una situazione di sostanziale equilibrio. In Italia la superficie coltivata a patate dovrebbe crescere del 2% circa, mentre a livello europeo si registra un ulteriore leggero incremento trainato soprattutto dalle produzioni destinate all’industria e dall’apertura di nuovi stabilimenti per la trasformazione e il surgelato.
Necessaria la ricerca di varietà sostenibili
Rispetto alla ricerca varietale, Romagnoli ha osservato che attualmente esistono migliaia di varietà, con l’85% del mercato che si concentra solo su una quindicina di queste e la prospettiva che molte altre potrebbero scomparire nei prossimi anni. “Le varietà non resistenti a batteriosi, virosi e malattie fungine avranno un futuro incerto. Sarà fondamentale anche l’evoluzione delle tecniche agronomiche, soprattutto per il controllo delle erbe infestanti”.
Rating Esg determinanti anche per l’accesso ai finanziamenti da banche
Rispetto alle proposte di revisione del quadro normativo sulla rendicontazione sociale e ambientale d’impresa, condivise nei giorni scorsi dalla Commissione europea (con diverse semplificazioni degli obblighi della direttiva Csrd), Romagnoli ha posto l’accento sul valore oggettivo rappresentato dal rating Esg, che rimarrà pienamente valido. “I rating sono strumenti fondamentali per le imprese, perché offrono una panoramica chiara e obiettiva delle proprie aree di miglioramento. Permettono alle aziende di identificare punti deboli, ottimizzare i processi e sviluppare strategie più efficaci per crescere e rimanere competitive. Forniscono una misura tangibile dell’efficienza e della qualità dell’impresa. Grazie a questi indicatori i partner commerciali possono prendere decisioni più consapevoli.
Non dimentichiamo che il mondo finanziario sta adottando i parametri Esg come criteri di valutazione standard, così come i settori bancario e assicurativo hanno già intrapreso questo percorso, per cui solo chi sarà in linea con questi requisiti avrà accesso a nuove opportunità. Viviamo in un’epoca in cui il greenwashing è ancora diffuso, ma credo sia destinato a scomparire. Il cambiamento è inevitabile”.