I retailer in cerca di distintività trovano nel local una chiave di valorizzazione. E da questo punto di vista i mercati agroalimentari possono essere un canale privilegiato per rifornirsi di eccellenze che danno valore ai punti di vendita e, in caso di necessità, sopperire alle improvvise mancanze di prodotto. Un esempio vincente arriva dall’esperienza di Sergio Fessia (OrtoBra Srl), presenza storica al Caat, che per conto di Eataly ed Ekom (Sogegross/Agorà Network) ricopre il ruolo di buyer e selezionatore dei prodotti all’interno del Centro Agroalimentare di Torino.
Il Caat potrebbe anche attrarre buyer dalla Francia
“Per Eataly seleziono ortofrutta per nove punti di vendita di cui due all’estero: il mercato mi permette di selezionare il meglio. E a Eataly abbiamo bisogno di quello. Abbiamo prodotti eccezionali in Piemonte, fatti da piccoli produttori: la differenza la fa la diversificazione. Il Caat di Torino ha un vantaggio incredibile: potrebbe sfruttare il Sud-Ovest della Francia, che è molto interessata a questa zona, soprattutto con riferimento al commercio tradizionale.
Con la gdo finora si è guardato a qualità e prezzo sufficienti, ma sarà sempre più la diversificazione che fungerà da traino per le aziende. Se la grande distribuzione organizzata ha segnato il passo in termini di standardizzazione dei processi, i Mercati, come il Caat, offrono le opportunità per contraddistinguersi nell’offerta di ortofrutta valorizzando appieno le eccellenze del territorio.
Un ulteriore ruolo che un Centro Agroalimentare dovrebbe ricoprire è nei confronti del segmento horeca, creando dei solidi collegamenti con gli chef che attraverso il Mercato dovrebbero formarsi su temi come stagionalità, territorialità. Il Mercato e la sua offerta sono propulsori di cultura”.