Si chiama partecipative breeding ed è la nuova frontiera dell’innovazione varietale perchè crea un sistema che mette in contatto diretto produttori e centri di ricerca di modo da permettere, da un lato, alle aziende di scegliere le varietà su cui lavorare e dall’altro di partecipare, in parte, alla divisione dei proventi dalle royalties per i diritti di commercializzazione, saltando così il passaggio obbligato attraverso i vivai.
Il progetto. E’ questo il senso del network che si è sviluppato in Belgio tra un centro di ricerca, il Cra Gembloux, e tre associazioni di produttori di cui una Bio (Novafruit) costituita alla fine dell’anno scorso, e due a produzione integrata (Gawi e Pfi) nate nelle scorse settimane che raccolgono circa 40 produttori della regione belga della Wallonie. “La novità – ci ha spiegato – Marc Lateur, Cra Gembloux a margine del suo intervento dal titolo Uso delle varietà antiche nei programmi di selezione tenuto nel corso del Simposio di Vegepolys, il cluster francese di ricerca agronomica – è che con questo sistema i produttori sono liberi di scegliere le varietà che vogliono coltivare e partecipano attivamente ai progetti di ricerca attraverso i loro suggerimenti oppure sottoponendo al laboratorio le loro esigenze”.
La prima varietà. La prima varietà ripescata nel passato che ha superato tutto il processo di selezione e che si sta piantando in questi giorni si chiama Coxybelle. Si tratta di una vecchia cultivar di mela già conosciuta da queste parte, molto robusta perché resistente alle malattie e dalle buone proprietà organolettiche. Il mercato di larga scala se l’era persa per strada a causa della sua corta stagionalità rispetto ad altre varietà e anche per la biennalità della produzione. Adesso è stata ripescata e migliorata attraverso un programma di incrocio varietale con l’obiettivo di creare un nuovo canale commerciale gestito direttamente dai produttori (a km zero) che sviluppi punti vendita in cui il consumatore si senta come a casa e possa vivere l’esperienza in store come un momento di benessere.
Il piano di mercato. “Nel corso di quest’inverno – precisa Lateur – abbiamo piantato 50mila alberi che arriveranno a frutto nei prossimi due anni. In tutto sono circa 15 i produttori delle associazioni interessati a questa varietà che hanno dedicato circa 10 ettari alla propagazione delle nuove piante. La novità di questo sistema di partecipative breeding è che da un lato il produttore assume una parte del rischio legato all’introduzione sul mercato di una nuova varietà, ma d’altro canto ottiene dei benefici che riguardano il fatto che può scegliere liberamente le varietà su cui avviare il processo di selezione, partecipare attivamente alla ricerca con i propri suggerimenti e, infine, partecipare alla divisione dei ricavi delle royalties”.