Permangono alcune criticità, come il mancato sfruttamento dei finanziamenti comunitari e il fare sistema, ma ci sono anche diversi aspetti positivi. Come i progetti per ridurre l’impatto del caporalato, i casi di cooperazione e valorizzazione della catena. È quanto emerge dall’indagine dell’istituto di ricerca Aaster presentata a Salerno, nella prima tappa del Grande Viaggio Insieme di Conad. Il tour che, per la quinta edizione, ha al centro le filiere produttive del made in Italy.
Francesco Pugliese: “160 mila persone impiegate lungo la filiera: Conad ha mostrato che si possono mettere in pratica soluzioni sostenibili”
Alla presentazione della ricerca erano presenti l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese, il sociologo e direttore Aaster, Aldo Bonomi, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
A raccontare la propria esperienza Giuseppe Pagano, vice presidente del Consorzio Nco (Nuova cooperazione organizzata), Fabio Palo, direttore commerciale di Finagricola, Antonio Ferraioli, presidente e amministratore delegato de La Doria e presidente Anicav (Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali di Confindustria), Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, mentre Francesco Mutti, ad della nota azienda di conserve, è intervenuto in video.
“Quello del pomodoro è uno dei comparti più rappresentativi dell’agroalimentare italiano, che coinvolge 160 mila persone lungo tutta la filiera – ha sottolineato l’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese –. Con questo studio Conad vuol mettere l’accento su ciò che funziona, mostrando che gli attori possono mettere in pratica soluzioni sostenibili per creare valore lungo tutti gli anelli della catena, dal campo allo scaffale”.
I casi virtuosi: da Va’Zapp a Nco, a Lavoro senza frontiere
Tra gli esempi virtuosi raccontati, quello di collaborazione e valorizzazione della filiera e innovazione di Va’Zapp, startup rurale di Foggia, con Giuseppe Savino (tra i fondatori) intervenuto via video.
Tra i progetti per ridurre l’impatto del caporalato, il piano di integrazione dei lavoratori migranti Lavoro senza frontiere, nato in Capitanata dall’accordo tra Princes e la Caritas. E ancora, la storia di cooperazione e inclusione di Nco, consorzio d’imprese sociali che opera nel settore agricolo nelle terre di Gomorra.
I numeri del pomodoro
L’Italia è il secondo trasformatore al mondo di pomodoro per un giro d’affari stimato in 3,2 miliardi (dati 2016, fonte Ismea);
È il primo esportatore di polpe e pelati con una quota del 77% e il principale esportatore di passate e concentrati con una quota del 26%;
Italia, Stati Uniti e Cina rappresentano i primi 3 produttori di pomodori da trasformazione con una quota aggregata sul commercio mondiale pari al 60%;
Su circa 38 milioni di tonnellate di prodotto che ogni anno vengono globalmente destinate alla trasformazione (sui complessivi 160 milioni di tonnellate di prodotto fresco), 5,5 sono coltivate e lavorate nel nostro Paese. Di queste, circa il 60 per cento è destinato ai mercati esteri;
Le imprese della filiera in Italia sono oltre 68mila con un numero di addetti pari a 157mila unità (dati a fine 2018);
Due grandi poli di produzione e trasformazione: al Nord (32mila ettari, media per azienda agricola 19 ettari) e al Centro-Sud (38mila ettari, media per azienda agricola 5,5 ettari). Il primo concentrato nelle province di Piacenza, Ferrara, Parma, Mantova, Cremona, Ravenna (40,5% della produzione nazionale); il secondo in quelle di Caserta e Foggia (34,3%);
L’agro Nocerino-Sarnese, dove hanno sede 50 realtà produttive, tra cui grandi gruppi come La Doria, Petti, Pomilia, La Carmela, Mutti, rappresenta il cuore produttivo dell’industria conserviera del pomodoro. Nel distretto di Nocera si utilizzano oltre 1 miliardo di lattine e si inviano 120mila container al porto di Salerno destinati all’export;
L’85% della raccolta del pomodoro da trasformazione al campo è effettuata con mezzi meccanici e il 15% a mano;
Le coltivazioni di pomodoro da tavola valgono circa il 10% del totale del pomodoro coltivato in Italia. Dominano i territori della Sicilia meridionale (l’area di Agrigento-Ragusa-Siracusa con il 20% del totale), Foggiano (12,4%) e Salerno (7,6%).