Coronavirus, difficoltà per l’export di ortofrutta in Cina e a livello mondiale

Rallentamenti nella logistica, come spiega la multinazionale Savino del Bene specializzata nella spedizione di fresh fruit & vegetables

Per portare a termine la spedizione di ortofrutta in Cina, si è reso necessario il cambio in corsa dei porti di destinazione
Per portare a termine la spedizione di kiwi in Cina, si è reso necessario il cambio in corsa dei porti di destinazione

Il Coronavirus ha impattato sulle spedizioni di ortofrutta italiana destinata in Cina: talvolta si è reso necessario anche il cambio in corsa dei porti di destinazione. Ma il rischio che si profila all’orizzonte è un potenziale rallentamento dell’export, come emerge dalle parole di Linda Carobbi di Savino del Bene S.p.A., storico spedizioniere  internazionale.

L’esperienza della Savino del Bene S.p.A

Linda Carobbi corporate director fresh fruit vertical market Savino Del Bene
Linda Carobbi corporate director fresh fruit vertical market Savino del Bene

L’azienda, fondata a Firenze nel 1899, opera nel settore delle spedizioni aeree e marittime in ogni parte del mondo, Cina compresa. E per qualunque tipo di commodity, a cominciare dalla frutta fresca. Tra i vertical market, focus business, ci sono fresh fruit & vegetables e food and beverage (come pasta e formaggi).

Mele e kiwi sono i principali prodotti ortofrutticoli italiani  ‘perishable’ che si spediscono nel mondo dal nostro Paese – spiega Linda Carobbi corporate director fresh fruit and vegetable vertical market – , ma mentre per le mele non esiste ancora il protocollo per spedire verso la Cina, i kiwi italiani rappresentano un prodotto altamente richiesto in tale Paese.

Per il kiwi è stato talora necessario il cambio del porto di sbarco

L'Italia è tra i maggiori produttori mondiali di kiwi che esporta anche in Cina
L’Italia è tra i maggiori produttori mondiali di kiwi

“Quando è esplosa la diffusione del Coronavirus – racconta- eravamo a fine gennaio. Fortunatamente la campagna export del kiwi italiano era già terminata e i carichi erano già partiti a inizio mese dai porti italiani.

Dopo l’annuncio ufficiale  dell’epidemia, in Cina si è verificato una sorta di shutdown per svariate settimane, con le persone che rimanevano a casa e non andavano a lavorare.

Tenendo conto che un transit time marittimo medio dai porti italiani per Shanghai è di 30-35 gg, man mano che le navi portacontainer arrivavano nei porti, i ricevitori cinesi, non lavorando, non li ritiravano e quindi ‘giacevano’ nei porti di sbarco cinesi.

Si è creato così un congestionamento con ritardi nello scarico e successiva riconsegna dei vuoti. Noi abbiamo risolto il problema, laddove si è presentato, agendo in forte sintonia con i clienti, i vettori marittimi e i nostri uffici cinesi. E per alcuni carichi abbiamo cambiato in corsa il porto di sbarco. Non ci sono stati pertanto danni se non qualche ritardo limitato”.

Export a rischio: Spagna in difficoltà a spedire agrumi

L'arancia rossa di Oranfrizer al momento dello sdoganamento
L’export di arance italiane in Cina è un mercato appena avviato

La situazione rischia però di rendere problematico l’export mondiale. In Cina arrivano container da tutto il mondo e ci sono ancora grosse difficoltà a scaricarli e riportarli vuoti in porto. Una buona parte della disponibilità mondiale di container refrigerati è, dunque, “bloccata” nel Paese. Questo rischia di frenare l’export di molte merci.

“Per marzo i vettori marittimi hanno cancellato molte navi in uscita dalla Cina verso l’Europa. Se non rientrano questi contenitori vuoti si potrebbero verificare problemi per esportare. La Spagna per esempio ha qualche difficoltà a spedire i suoi agrumi, sia perché alcuni vettori non accettano il carico perishable destinato non solo in Cina bensì in tutta l’Asia, sia perché si può  manifestare la carenza di vuoti sopra menzionata. In alcuni casi, invece, sono proprio gli esportatori spagnoli a decidere volutamente di sospendere o rallentare le loro esportazioni verso la Cina, in quanto non hanno idea di quando la situazione potrebbe tornare alla normalità”.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome