Partirà con la campagna commerciale 2015/2016 la New.Co P.E.R.A. fondata da Apoconerpo insieme a Fruit Modena e Pat Frut che punta a creare un polo produttivo unico in Emilia-Romagna sulla falsariga del modello sperimentato con successo per le mele Melinda. Raccoglie già un quarto della produzione nazionale (circa 200mila tonnellate di prodotto) ma l’obiettivo è arrivare ad almeno 500mila e, nell’immediato futuro replicare, in caso di riscontri positivi, il modello anche sul comparto del kiwi e su altre eccellenze dell’agroalimentare italiano.
La società. “Confidiamo in un miracolo aggregativo nei prossimi giorni – spiega Luca Granata, il key-man del successo di Melinda chiamato a guidare il processo di concentrazione produttiva della pera sulla falsariga di quello trentino – di modo da potere raggiungere la massa critica sufficiente da ottimizzare tutti i vantaggi e le potenzialità del progetto. Tuttavia anche 200mila è un buon punto di partenza che ci permetterà già di partire dalla prossima campagna commerciale. Certo un conto è partire con un quarto della produzione nazionale e un altro con più della metà. Sarà una grande avventura che va vista come un film che si sta per iniziare a girare. Se ci sarà la risposta massiccia che ci aspettiamo potrà essere uno di quelli che passeranno alla storia tipo Via col vento. In caso contrario il comparto pericolo rischia di non uscire più dal declino in cui si trova e che, anzi, è destinato a peggiorare perché oggi il restare piccoli significa essere deboli. Se questa opportunità non sarà colta il film che si sta iniziando a girare sarà come un cinepanettone di Natale che quando arriva la befana tutti se lo sono già dimenticato”.
Le Op. L’invito è aperto a tutte le circa 2.500 aziende del comparto pericolo romagnolo e in particolare modo alle 18 organizzazioni di produttori più grosse del territorio (che da sole rappresentano 400mila tonnellate) con l’obiettivo di raggiungere le quote di adesione già dai prossimi giorni.
“E’ importante partire compatti – ha chiarito Granata – anche per fare capire che questo non è un progetto di Apoconerpo ma di tutti e aperto a tutti. Occorre uscire dalla logica dell’io e iniziare a ragionare con il noi. Solo così si potranno mettere in campo le strategie necessarie per rilanciare il comparto non solo sul fronte della produzione perché concentrando l’offerta ci si sottrae alla guerra fratricida sui prezzi. Ma anche creando un brand e sostenendolo con campagne di comunicazione mirate capaci di intercettare tutto il potenziale di crescita che, pure è notevole. Tutto questo non si può fare da soli. Occorre unirsi”.
I numeri. Per avere idea di quanto può crescere il mercato, Stefano Soli, responsabile marketing di Alegra, la società commerciale di Agrintesa, ha presentato nel corso della mattinata quale dato commerciale.
“La pera – ha spiegato Soli – non è un prodotto di nicchia ma di mass market perché ha un’indice di penetrazione del mercato superiore al 90%. Questo significa che la maggior parte delle famiglie italiane la conoscono e la consumano. Tuttavia negli ultimi anni abbiamo perduto importanti quote di mercato in Italia, circa il 30% di media nazionale, soprattutto al Sud dove invece era un prodotto tradizionalmente molto consumato. In questo senso è stata decisiva, nel cambiamento dei trend di consumo, la crisi economica in atto”.
Il consumo. I principali consumatori della pera oggi sono gli over 55, ossia una fascia di età che ha maggiore attenzione per la propria alimentazione. I giovani oggi ne mangiano pochissima, per questo occorrerebbe svecchiare l’immagine della pera vista come una semplice commodity e farla diventare più cool di modo da intercettare quel bacino di consumatori. Lo stesso lavoro si può fare sull’export se si considera che l’emilia Romagna produce il 65% delle pere italiane e che l’Italia, pur essendo il terzo produttore mondiale dopo Cina e Usa, destina all’export solo il 20% dei volumi.
La distribuzione. Secondo i dati di Agrintesa, le pere si acquistano maggiormente nei canali della Gdo (56%) ma sono molto in crescita anche i discount (che sono passati in poco tempo dal 2 all’attuale 8%) e i fruttivendoli (22%). Sul fronte dei prezzi il mercato registra un differenziale di prezzo tra le aree del Nord Italia (dove peraltro si registra una crescita di consumo nel nord-ovest) e quelle del sud che può arrivare anche a 30 centesimi di euro al chilo.
Come aderire. L’operazione Newco P.E.R.A. che sarebbe l’acronimo, guarda caso, di pericoltori emiliano-romagnoli aggregati è dunque partita. Per aderire si può farlo attraverso la propria cooperativa se questa ha già aderito in tal caso non correrà far nulla. oppure realizzando con altri produttori un’associazione temporanea di imprese che sarà il soggetto aderente oppure direttamente se però si posseggono più di 50 ettari.
“Siamo di fronte ad una fase costituente – ha precisato Raffaele Drei, presidente di Agrintesa -. Nei prossimi giorni ci aspettiamo un’adesione massiva, un miracolo. Ma non si tratta solo di una questione temporale ma anche della volontà, di fronte ad una precisa necessità, che questo nasca come un progetto inclusivo e non nato dall’iniziativa di pochi che poi propongono qualcosa di già realizzato”.