Quali sono i driver nell’acquisto delle patate? Quanto pesano sostenibilità, prezzo, origine, filiera? Sul tema ha risposto un’indagine in alcuni grandi supermercati e punti di vendita della penisola condotta lo scorso novembre da Potatoes Forever. Al suo secondo anno di attività, il progetto si propone di informare il consumatore su tutte le buone pratiche messe in atto nella filiera pataticola europea e italiana. La campagna è cofinanziata dall’Ue e promossa in Italia da Unapa (Unione nazionale tra le associazioni dei produttori di patate).
La survey
Il campione considerato è stato di 2.900 persone: 1.396 acquirenti hanno dichiarato di consumare patate più volte a settimana; 902 di consumarle almeno una volta a settimana. Il restante consuma patate almeno una volta ogni due settimane o una volta al mese. Scontato che il buon rapporto qualità-prezzo fosse la scelta principale (40,7%). Ma al secondo posto (27,8%) spicca la provenienza e l’origine europea risulta una delle caratteristiche a cui prestare attenzione. Il terzo fattore d’acquisto sono le eventuali certificazioni ambientali legate alla sostenibilità (17%), mentre conta meno la varietà e la tipologia a seconda dell’uso (14,3%).
I desiderata
La presenza di una certificazione ambientale, chiaramente indicata sull’etichetta, spingerebbe il 31,9% ad acquistare patate più spesso, mentre il 26,8% vorrebbe avere maggiori informazioni sulle pratiche sostenibili; il 23,4% dichiara che aumenterebbe l’acquisto se il prezzo fosse inferiore; il 17,7% infine chiede maggiori informazioni sulle caratteristiche nutrizionali.
Sostenibilità, chiesta ma ancora poco capita
La seconda parte delle domande si è concentrata sulla conoscenza delle pratiche sostenibili nella produzione delle patate in Europa. E come capita spesso in questo tipo di indagini, i risultati sono contraddittori sul tema. Solo il 9,2% dichiara con certezza di conoscere i processi che portano le patate a essere sostenibili. La maggioranza, il 35,6%, risponde di non saperne molto sulle pratiche messe in campo dalla filiera pataticola italiana; il 28,9% di non saperne “per niente” e il 26,1% di saperne abbastanza. La tracciabilità della filiera è poi tema interessante per il 26,8% e lo spreco alimentare è importante per il 22,3%.