Il biologico come strumento di difesa non solo dai cambiamenti climatici, ma anche dalla crisi di approvvigionamento posta dalla guerra in Ucraina. Un sistema indipendente e più resiliente (ogni anno chiudono in Italia 30 mila aziende agricole). Un convegno (È l’ora dell’agricoltura bio, una risorsa strategica per uscire dalla crisi) organizzato dalle associazioni del biologico (Aiab, AssoBio, Associazione per l’agricoltura biodinamica e FederBio) ha fatto il punto sul da farsi a seguito dell’approvazione della legge del biologico, in particolare come meglio utilizzare i fondi stanziati per lo sviluppo dell’agricoltura bio, circa 3 miliardi. All’incontro hanno partecipato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, il sottosegretario Francesco Battistoni e alcuni parlamentari che hanno proposto e lavorato per l’approvazione della legge.
Utilizzare i fondi stanziati per progetti concreti
Si tratta di dare gambe, hanno spiegato i relatori, Maria Grazia Mammuccini (presidente FederBio), Giuseppe Romano (presidente Aiab), Carlo Triarico (presidente Associazione Agricoltura Biodinamica) e Roberto Zanoni (presidente AssoBio), agli obiettivi stabiliti dalla legge, attraverso la definizione del Piano d’azione nazionale del biologico, previsto sia dalla stessa normativa sia dal Piano strategico nazionale della Pac. A partire dalla fase attuale e fino al 2027 saranno messi in campo investimenti che ammontano a quasi 3 miliardi di euro, considerando i finanziamenti contenuti nel Fondo per il biologico, nel Pnrr e nel Piano strategico nazionale della Pac.
“Il cibo del futuro è il biologico -dicono i presidenti delle associazioni del bio-. Occorre lavorare sul Piano d’Azione Nazionale affinché le risorse disponibili attraverso la Pac, il Pnrr e il Fondo per il bio si traducano in progetti concreti di sviluppo, capaci di creare occupazione, in particolare per giovani e donne. E occorre lavorare fin da subito al fianco del ministero delle Politiche agricole, per avviare immediatamente la transizione agroecologica, minacciata da interessi legati alle fonti fossili. È il momento per rivedere le politiche dei sussidi che devono premiare chi non inquina e chi investe nelle alternative ai combustibili fossili, sia in campo energetico che per fertilizzanti e fitofarmaci. Il biologico rappresenta un’opportunità strategica in campo economico e al tempo stesso un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico”.
No al ritorno degli interessi legati alle fonti fossili
La legge sul biologico prevede il marchio del Made in Italy Bio che può favorire la realizzazione di filiere di bio 100% nazionale e al giusto prezzo, per valorizzare la qualità italiana e affermarla verso l’export; il riconoscimento dei distretti biologici; ha aperto la strada a innovazione, ricerca, formazione degli agricoltori, per favorire la conversione al biologico. I presidenti però mettono in guardia dal ritorno in auge di richieste come quelle di tagliare le imposte sui fertilizzanti chimici di sintesi, indebolire le procedure di autorizzazione sui pesticidi, e sospendere gli obiettivi al 2030 della Farm to Fork (25% della superficie agricola destinata al bio, taglio del 50% dei pesticidi utilizzati, 10% della superficie dei campi destinata allo sviluppo della biodiversità).
Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio ha poi voluto rispondere alla provocazione del ceo di Syngenta: in una recente intervista, aveva affermato che di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale è necessario rinunciare all’agricoltura biologica. “L’emergenza di cibo globale non deve farci cadere nella tentazione di scegliere come soluzione l’incremento dell’uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi chimica, che non garantiscono rese colturali migliori, anzi nel tempo favoriscono fenomeni di desertificazione del suolo mettendo a rischio la produzione di cibo per le generazioni future.
Il bio contribuisce a incrementare il sequestro annuo di carbonio organico (Co) in maniera nettamente superiore anche rispetto ai terreni non coltivati: è stato dimostrato che nei terreni coltivati in modo biologico l’accumulo annuo di CO nel suolo è pari a 3,5 tonnellate per ettaro, negli altri a 1,98 t/h. Sulle rese colturali è poi scientificamente provato che nel medio e lungo periodo quelle dell’agricoltura biologica sono del tutto simili se non addirittura superiori a quelle dell’agricoltura convenzionale”.
Il biodecalogo
Le associazioni del biologico hanno elaborato un biodecalogo, che partendo dall’applicazione della legge sul bio permetta di fronteggiare le varie crisi. Prima del convegno i presidenti hanno partecipato a un evento di piazza per la sensibilizzazione verso il biologico, distribuendo materiale informativo e sacchetti di prodotti bio. Ben 300 chili di mele e altri prodotti sono stati messi a disposizione per il convegno, tra gli altri, da Biosüdtirol, Conapi, Melinda, Canova e Brio.
- Filiere di Made in Italy Bio fondate sul giusto prezzo per agricoltori e consumatori;
- Fiscalità ambientale e crediti di imposta per i costi di certificazione per abbattere i prezzi al consumatore senza costi aggiuntivi per le imprese;
- Distretti biologici per favorire sistemi locali di produzione e consumo e valorizzare il territorio rurale a partire dalle aree interne e dalle aree naturali protette;
- Incentivazione delle imprese agricole che integrano attività agricole, zootecniche e forestali, capaci di favorire la biodiversità e chiudere il ciclo dei nutrienti;
- Ricerca, innovazione, formazione e consulenza per supportare gli agricoltori e i territori nella transizione al bio;
- Sviluppo della ristorazione collettiva attraverso organizzazioni di prodotto e strumenti adeguati d’informazione e consulenza;
- Comunicazione e campagne d’informazione ai cittadini per conoscere i valori del bio e favorire l’aumento dei consumi di biologico;
- Innovazione digitale e piattaforma di tracciabilità unica in favore di consumatore
- Semplificazione burocratica. È l’agricoltore che non inquina a dover sostenere il costo della dimostrazione, sia in termini di tempo che di soldi;
- Obbligo del biologico in aree protette ed Efa.