Colture compromesse, oltre 2000 ettari di terreni allagati e più di 50 aziende agricole danneggiate. È la prima stima raccolta da Confagricoltura Bologna per i danni dell’ennesima alluvione che ha colpito in particolare l’Area Metropolitana.
Risarcire anche le aree montane e collinari che rischiano un ulteriore abbandono

Nel territorio bolognese le precipitazioni hanno raggiunto i 120 mm in montagna, i 170-180 mm in collina e i 50 mm in pianura. Molti corsi d’acqua dell’Area Metropolitana sono inoltre esondati: il Ghironda ad Anzola, il Lavino a Sala Bolognese, il Navile a Bologna, il Savena a Baricella, la Quaderna a Selva Malvezzi, l’Idice a Budrio e ad Argenta, e il Sillaro a Castel Guelfo e nell’imolese.
“Molte aziende hanno perso tutto, altre rischiano lo stesso destino. È fondamentale che le istituzioni agiscano con urgenza -interviene Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna-. Dallo scorso maggio 2023 abbiamo assistito a continui rimpalli di responsabilità che hanno solo ritardato l’intera macchina burocratica, già di per sé complessa. È essenziale cambiare completamente l’intero quadro normativo, burocratico e operativo, per aggiornarlo alla crisi che stiamo vivendo”.
Per Confagricoltura Bologna occorre efficientare la manutenzione e la tutela del territorio e risarcire anche le aree montane e collinari, che, dopo questa alluvione, rischiano un ulteriore abbandono. “Serve una progettualità che, nonostante le continue promesse degli ultimi anni, non si è ancora vista”.