Apo Conerpo chiude un bilancio solido e rinnova la propria governance

Vernocchi confermato alla presidenza, cambio generazionale col nuovo dg Ghezzi

In un momento particolarmente delicato per il comparto ortofrutticolo Apo Conerpo lancia un messaggio di entusiasmo e di speranza: un bilancio solido, con un fatturato dalla commercializzazione 2023 in aumento dell’1,8% nonostante mancati conferimenti per oltre il 27% dei volumi, e ristorni ai soci incrementati del 50%, sono i dati che sembrano preannunciare una riscossa per l’intero settore in Emilia-Romagna, mentre una governance rinnovata punta a guardare al futuro e a nuove prospettive.

Produzione in profondo rosso

Certo non mancano le note dolenti: nel 2023 praticamente ogni categoria di prodotto con l’unica eccezione di fagioli e fagiolini ha fatto registrare un drastico calo della produzione. E ci sono vere e proprie voragini che riguardano le pere (-69%), le ciliegie (-68%), le susine (-51%), le nettarine (-49%), le pesche (-46%), le albicocche (-45%) e il pomodoro (-21%). Per un totale di 732mila tonnellate di prodotto, il dato più basso di sempre, all’interno del quale la frutta ammonta a 183mila tonnellate, anche in questo caso la produzione meno abbondante da quando Apo Conerpo ha iniziato a monitorare i propri dati.

Le parole del presidente Vernocchi

Davide Vernocchi, presidente (secondo da destra)

“Il 2023 -spiega il presidente Davide Vernocchi– è stato un anno particolarmente sfidante per il nostro settore: dalle gelate primaverili all’alluvione di maggio, dalla siccità estiva alle grandinate, alla recrudescenza di gravi fitopatielegate al clima come la maculatura e la batteriosi, nessuna coltura è stata risparmiata, con effetti particolarmente rilevanti su diverse fra le produzioni principali dell’Emilia-Romagna. Se fino a pochi anni fa il problema era gestire gli eccessi di produzione anche attraverso onerose operazioni di ritiro, oggi la vera difficoltà risiede nel riuscire a produrre. A ciò si aggiunge il complesso scenario internazionale con i suoi effetti sui mercati e sui prezzi di energiae materie prime, l’esplosione dell’inflazione e il manifestarsi di nuove povertà, la difficoltà ormai critica nel reperire manodopera per il settore ortofrutticolo e le scelte spesso discutibili prese dall’Europa che impattano come un macigno sulle nostre aziende agricole”.

La commercializzazione: dati incoraggianti

Ma anche di fronte a un dato produttivo non esaltante, Apo Conerpo si conferma nella sua solidità producendo un risultato positivo sul piano della commercializzazione. Il 2023 infatti ha fatto registrare un +1,8% rispetto al 2022 con un valore della commercializzazione che supera i 434 milioni di euro e un volume d’affari che raggiunge quota 787 milioni di euro, con una flessione di soli 2,7 punti rispetto a quel 2022 che aveva segnato il miglior risultato del gruppo nell’ultimo decennio. Dato comunque incoraggiante dal momento che riguarda il primo anno di “normalità” dopo il periodo buio della pandemia da Covid. I tre fattori cruciali per questo risultato sono: il progressivo allargamento della base sociale anche in altre regioni, che ha garantito disponibilità costante di prodotti anche nelle fasi più critiche, l’ottima performance economica del pomodoro da industria nonostante i danni dell’alluvione e l’encomiabile lavoro delle diverse realtà di cui si compone Apo Conerpo, 6mila produttori associati in 50 cooperative e 2 Aop (UnaPera e Finac), 6 bussines unit –Alegra, Naturitalia, Brio, Opera e Valfrutta per il fresco, Conserve Italia per i prodotti trasformati- anche e soprattutto per la valorizzazione massima del prodotto disponibile sia nella gdo, dove c’è stato addirittura un incremento a valore del 13,86%, che all’estero.

Una nuova governance

Daniele Maria Ghezzi,dg

Ed è in questo contesto di rinnovata fiducia che Apo Conerpo ha rinnovato i propri vertici. Accanto alla riconferma alla presidenza di Davide Vernocchi sono stati nominati quattro vicepresidenti esecutivi in rappresentanza di altrettante importanti realtà produttive del gruppo: Adriano Aldrovandi, presidente di FruitModena Group e di UnaPera, Alberto Guerra, vicepresidente di Agrintesa, Massimo Passanti, presidente di Propar, e Aldo Rizzoglio, presidente di Patfrut. “L’assemblea dei soci mi ha onorato nuovamente della sua fiducia -prosegue Vernocchi- indicando anche quattro nuovi vicepresidenti espressioni dei principali areali produttivi delle cooperative socie e delle filiere che rappresentano il cuore dell’attività di Apo Conerpo: al nostro fianco potremo contare anche sulla competenza, professionalità e visione strategica del nuovo direttore generale di Apo Conerpo, Daniele Maria Ghezzi”.

Salto generazionale col nuovo direttore

La novità più incisiva infatti riguarda la carica di direttore generale, con Gabriele Chiesa, che pur continuando a fornire il proprio supporto alla Op dopo oltre vent’anni passa il testimone a Daniele Maria Ghezzi, classe 1979, docente universitario e già direttore del consorzio per l’internazionalizzazione Piacenza Alimentare, principale realtà nazionale del settore con un centinaio di associati. Un vero e proprio salto generazionale per affrontare con idee nuove e un nuovo approccio i molti dossier che si trovano nel tavolo come l’implementazione dei servizi erogati ai soci.

L’andamento della stagione

La stagione in bassa Romagna è iniziata abbastanza positivamente anche in considerazione delle pessime annate precedenti: nonostante la concorrenza dal Sud Italia il mercato di pesche e nettarine tiene il passo, anche se ci sono problemi nella commercializzazione dei calibri piccoli. La produzione di patate nelle province di Bologna e Ferrara nonostante la perdita del 20% di prodotto per ettaro a causa dell’eccesso idrico sembra tornare alla normalità, mentre il pomodoro da industria, soprattutto per via della concorrenza cinese e sudamericana e del ritardo nel raccolto provocato dalla mancata programmazione del trapianto a maggio, ha visto scendere le proprie quotazioni da 2mila a 1200 euro per tonnellata.

Le sfide del futuro

E sono molte le sfide che Apo Conerpo si troverà ad affrontare per il futuro. Certo cresceranno gli investimenti nelle difese attive delle colture per proteggerle da intemperie e disastri climatici, e sicuramente i mercati risponderanno in maniera sempre più attenta alle proposte dei marchi su cui Apo Conerpo può contare. Brand nati dalla ricerca varietale che il gruppo, assieme ad Apofruit e Orogel Fresco, conduce tramite la new plant e che puntano a soddisfare nuove fasce di mercato come Ondine, la nuova nettarina piatta ideale come snack, o Dulcis, il kiwi verde destinato nel tempo a soppiantare l’ormai inaffidabile Hayward. Ma anche realtà consolidate nel mercato quali Opera e Jingold, nomi di punta rispettivamente nel settore della pera e del kiwi giallo, Valfrutta per l’ortofrutta sia fresco che trasformato, Alce Nero, nome storico nel comparto del biologico, Yoga e Derby Blu per le conserve di frutta e Cirio e Jolly Colombani per quelle di verdura. “La sfida che ci lanciano il clima e i mercati è altissima -conclude Vernocchi- ma Apo Conerpo c’è, forte della specializzazione delle nostre business unit, delle capacità del sistema di cui siamo parte a livello nazionale e internazionale, del valore dei nostri marchi, del nostro impegno nella ricerca, delle competenze uniche che ognuno di noi mette a servizio dei nostri soci, nel segno di quei valori quali solidarietà, mutualità e radicamento sul territorio che ci contraddistinguono e che ci hanno guidato negli ultimi, difficili anni”.

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