Le noci italiane sono poco tutelate. Un buco normativo permette l’arrivo di prodotto estero di minore qualità. E il fenomeno dell’italian sounding danneggia il made in Italy. La denuncia arriva dal vicepresidente di Confagricoltura, Fabio Curto, e dalla cooperativa Il Noceto di Chiarano (Treviso), che con Nogalba (Rovigo) coprono quasi la metà della produzione nazionale.
Abrogata la legge sui limiti di noci difettate nelle confezioni si favorisce l’arrivo di prodotto estero di minore qualità
“La legge 175/2001, che regolava la qualità, è stata abrogata nel 2008 e oggi si fa riferimento alla norma generica sugli alimenti – hanno spiegato Fabio Curto e Giangiacomo Bonaldi Gallarati Scotti, quest’ultimo vicepresidente del Noceto, durante un incontro nel Trevigiano con Alessandra Pesce, sottosegretario al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali –. Non esistono pertanto più limiti sulla percentuale di noci difettate che si possono trovare nelle confezioni mentre prima lo standard era del 10%”.
Nel canale retail le noci rappresentano oltre il 30% in valore dei consumi di frutta a guscio, ma la produzione italiana copre solo un quinto del fabbisogno interno. La cooperativa trevigiana dispone di 360 ettari e punta ad arrivare a 430 nel 2020 per una produzione di 900 tonnellate all’anno. Nogalba, su 190 ettari (che saliranno a 210 nel 2020), ne produce 600.